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Questa ricevo, leggo e provo a divulgare il manifesto del cazzeggio secondo MoMo. Effettivamente nel suo scritto, in cui parla di ritmi serrati e di necessità di rallentare la frequenza dei giri del motore lavorativo, credo ci si possa riconoscere buona parte della generazione nata tra gli anni '70 e '80. Purtroppo, la generazione dei bamboccioni, è quella dei precari, di quelli che qualche volta, sempre più spesso, devono mettere insieme tre o quattro lavoretti per farne uno intero (almeno per l'estratto conto bancario).
Tutto questo, attenzione, cercando di far quadrare tutto senza fermarsi mai: e soprattutto facendo i conti con una generazione, che CI precede almeno cronologicamente, cresciuta con la costante del posto fisso e per cui, anche un semplice pirlo con il campari, risulta uno spreco di tempo e denaro. Senza considerare, neppure minimamente, che probabilmente quei 30' senza lavorare e con lo sguardo perso nel vuoto (o nelle tartine) funge da pannello solare per le batterie sempre più scariche di energie e cariche di dubbi.
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