sabato 12 giugno 2010

Il Brescia e un viaggio in musica di quasi un secolo


I cori da stadio? Caratteristici. Ma il Brescia vanta almeno tre inni, diversi per stile, diversi per epoca, ma tutti uniti dalla passione. Personalmente non riesco a rinunciare al mitico "Brescia di ferro" che propone una musica vecchia ma parole ricche di significato per chi non scinde la parola Brescia da Leonessa.
Negli anni Omar Pedrini, ma anche Charlie Cinelli, hanno proposto delle loro versioni: "Nel biancoblu" firmato dall'ex Timoria è forse il preferito dai tifosi giovani mentre i cultori della lingua dialettale, marchio di fabbrica bresciano, amano "Nom al stadio" di Cinelli. Da risentire, tutti, in serie A. Magari scandendo il riscaldamento della squadra in un intenso viaggio nella storia del Brescia e della sua città.

La Gelmini, il sarcasmo e gli attributi di Bersani

«Bersani ha saputo darmi solo della rompi puntini, puntini, puntini. Avrò il difetto di rompere quella cosa lì, lui ha il difetto che quella cosa lì non ce l’ha. E quindi, come dire ... Non so cosa sia peggio. Oggi per governare serve molto coraggio, serve molta determinazione». Firmato MariaStella Gelmini, durante un incontro in Franciacorta ieri sera.
Ora, non voglio scendere nei dettagli nè della riforma scolastica, nè sulle qualità anatomiche prestazionali del leader del Pd. Però...voglio dire...schermaglie del genere al massimo si sentono nel biennio delle scuole superiori...al governo sarebbe auspicabile avere altri argomenti. Punto.

venerdì 11 giugno 2010

Il Brescia, la serie A, e un sogno ricorrente


Domenica sera sapremo se Firenze sarà alle spalle, sapremo se sarà lecito sognare un nuovo Roberto Baggio, sapremo se nel vetusto e inclassificabile Rigamonti torneranno il Milan, l'Inter, la Juventus e la Roma. Sapremo se la squadra sarà all'altezza della città.
In altre parole, sapremo se il Brescia sarà da serie A: perchè la città ormai lo è da tempo, la metropolitana la uniformerà ai più moderni sistemi di trasporto, il tessuto imprenditoriale ne fanno il terzo distretto industriale italiano, le grandi mostre nell'ultimo quinquennio hanno fatto della nostra provincia un polo turistico se non di prima fascia quasi. A tutto questo, manca una squadra di calcio all'altezza, un'espressione sportiva d'avanguardia. Perso il volley, perso il rugby, la pallanuoto ni costante ridimensionamento, il calcio pare l'unico sport in grado di infiammare cuori e alimentare sogni.
Domenica toccherà proprio al calcio: riempire il Rigamonti (e le code ai botteghini sembrano di buon auspicio) e spingere il Brescia in serie A. Faccio un appello personalissimo alla squadra: non deludete i bresciani, una nuova batosta allargherebbe il solco e raffredderebbe il gelo che vi ha accompagnato per tutto l'anno...giocando con 3 mila spettatori in uno stadio deserto. In bocca al lupo, Brescia.

mercoledì 9 giugno 2010

...Quale bavaglio?

Penso che, in fondo, la bavaglia (come i bimbi) o il bavaglio (come i grandi) ce la siamo già messa da soli. Aspettando comunicati stampa, comodi per carità, ma inevitabilmente figli di una parte della notizia, accettando "veline" come acqua santa. Forse servirebbe più tempo per scoprire, camminare, annusare...forse servirebbe più coraggio. Forse servirebbe essere anche un pochino meno impiegati. Tutti.