sabato 25 settembre 2010

La scuderia, di Luca Dal Monte. Una splendida lettura

Ho appena finito di leggere il romanzo di Luca Dal Monte, attuale addetto stampa della Maserati. "La scuderia", questo il titolo, racconta una spy story ambientata negli anni '30 e poggiata sulla rivalità tra scuderia Ferrari e Auto Union per la supremazia motoristica alla vigilia della seconda guerra mondiale.
Nel libro sono tratteggiati spendidamente personaggi storici dell'automobilismo mondiale, da Rosemayer a Nuvolari, da Farina a Varzi. Non poteva mancare il grandissimo Enzo Ferrari, così come la nebbia di Modena e la componente femminile, con una "donna fatale" che di fatto regge da sola l'impianto giallo del romanzo.

Merita di essere letto: per gli appassionati di auto è un salto indietro di 70 anni e anche l'occasione per conoscere, o semplicemente sognare, un'epoca motoristica che ormai non esiste più.

In vendita in tutte le librerie, edito da Baldini e Castoldi: prezzo di copertina 18 euro.

venerdì 24 settembre 2010

La città, fabbrica di anticorpi. Mah

La città fa bene. Sarebbe quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici che, dopo una serie di analisi, avrebbero scoperto come gli abitanti nelle grandi città sarebbero dotati di una variante al Dna che li renderebbe maggiormente resistenti a malattie come la tubercolosi e la lebbra.


Ora, detto che la ricerca, in quanto scientifica, avrà sicuramente un fondo di verità, mi chiedo se non si prendano in considerazione altri parametri per definire come in una città si stia bene. Mi riferisco allo stress provocato da ritmi frenetici, dallo smog, dalla facilità con cui l’individuo è in grado di non essere percepito. In altre parole mi pare che, nelle metropoli, sia difficilissimo ammalarsi di tubercolosi ma molto semplice vivere nella solitudine o soffrire di patologie da stress.

Qualche giorno fa, per lavoro, sono stato in un paesino di 700 abitanti sopra la città. Per strada i nonni camminavano a un ritmo impensabile, le panchine erano tutte piene. In uno dei due bar del paese, un bicchiere di vino dura quasi un’ora. Impensabile: una sorta di elogio alla lentezza. Forse, lo scampolo d’assenza dai ritmi metropolitani in cui rifugiarsi mi piacerebbe parecchio. In ultimo, ma non per questo meno importante, in quel paesino non prendeva il telefono: un disastro per la contingenza strattemente personale, una manna per chi vuole fuggire da ritmi cui onestamente ci siamo ormai abituati ma che definire salutari mi pare francamente un eufemismo.

In tavola...la trota affumicata

Ho provato un'esperienza culinaria nuova di zecca: niente ristoranti, niente guida gastronomiche. Solo la curiosità che ha guidato l'acquisto, in Trentino, di una busta di trota affumicata.
Dopo averla estratta e sfilettata, deve essere mangiata così, senza essere cotta: il gusto è gradevolissimo, affumicato ma al tempo stesso delicato, accanto agli ultimi pomodori raccolti nell'orto. Come vuole la mia personalissima tradizione le ho abbinato un Lugana, vino delle mie terre. Da riprovare, peccato che dalle mie parti (Brescia) non sia per niente facile da trovare. Anzi...chi ha suggerimenti...me li dia.

giovedì 23 settembre 2010

Brescia, alle porte del sogno

Non so quando ricapiterà di vedere il Brescia secondo in serie A. Non so, forse nel prossimo goubileo, forse mai. Certo peró fa un gran bell'effetto vedere la banda di Iachini, condottiero equilibrato e saggio, subito alle spalle dell'Inter.
Lo so, è un sogno. Perchè non potrà durare, perchè i valori sono altri e la classifica, bella, da brividi, è frutto di un avvio di stagione fortunato (leggi arbitro Russo) e caratterizzato da un portiere super capace di garantire da solo 4-5 punti in 4 partite. Troppo per pensare che siano le fondamenta per costruire un gioco che duri.
Ci sarà da soffrire, per ora il Brescia è alle porte del sogno. Fare risultato a Bari darebbe altra linfa ad una squadra che deve ancora crescere. Per avvicinarsi alla porta e, chissà, oltrepassarla. Consapevole che i valori sono altri

mercoledì 22 settembre 2010

Byron Moreno, in mezzo alle gambe...la beffa

Chissà se ha riempito lo spazio vuoto lasciato dalla mancanza di attributi: chissà se il traffico internazionale di droga serviva ad arrotondare gli incassi post mondiale coreano. Ma per Byron Moreno, l'arbitro che nel 2002 cacciò fuori l'Italia di Giovanni Trappattoni dal mondiale a mandorla, è finito in carcere a New York con l'accusa di traffico internazionale di stupefacenti. L'arbitrino, o meglio, l'ex arbitrino, quello con la faccia da bambolotto e l'espressione da rimbambito cronico, è stato pizzicato con 6 chili di droga nascosta nelle parti intime.
Della serie, nessuno gli ha spiegato che con 6 chili in mezzo alle gambe anche per il più disinvolto dei ballerini la deambulazione potrebbe essere complicata? In ogni caso, Moreno è finito in carcere anche se non è dato sapere quanto ci resterà.
Detto questo, lui che a Cento, ospite strapagato, disse che gli italiani non sanno perdere, credo che la nazione intera, che si sentì presa per i fondelli quasi come per la mancata convocazione di Baggio da parte del Trap, gli possa ora rispondere che, non sapendo perdere...sappiamo godere. E parecchio.
Ora, the last but not the least, la vendetta sul Moreno non cancella il suicidio di un ct che in Corea e Giappone portò uno come Cristiano Doni. Meglio un Baggio buddista che un Doni cristiano. Specialmente nell'estremo Est del pianeta.

martedì 21 settembre 2010

Sei (6) buoni motivi per non iscriversi a Facebook

Da chi non te lo aspetti. Il direttore dell’edizione britannica di Wired, David Rowan, non ha un profilo di Facebook e nemmeno di un altro socialnetwork. Al di là del suo ruolo specifico, di direttore di una rivista che si propone di spiegare la tecnologia e il web 2.0 al resto del mondo, fanno riflettere i motivi che lui stesso adduce a questo suo silenzio social. E, forse, non ha proprio tutti i torti anche se oggi, con 500 milioni di utenti, si trova in netta minoranza.
Di seguito i suoi 6 motivi per il "Facebook no grazie".
1. Le aziende private non fanno i vostri interessi

Facebook e Google sono società nate per fare soldi dando la possibilità agli inserzionisti di sapere con precisione cosa vi piace e cosa no, accedendo ai vostri like, interessi, fotografie e connessioni sociali. Questo spiega la complessità dei vari settaggi sulla privacy. Per esempio, il disclaimer sulla privacy di Facebook in inglese è passato dalle 1.004 parole del 2005 alle 5.830 di oggi (e, come fa notare il New York Times, la Costituzione americana ne ha 4.543). Rowan ammira l’impero messo in piedi da Mark Zuckerberg, ma non si fida di lui.

2. Internet non dimentica
«Quando si è giovani, si fanno errori e parecchie cose stupide» ha detto Obama agli studenti di un liceo in Virginia. «State attenti a cosa pubblicate su Facebook, perché nell’era di YouTube qualsiasi cosa farete potrà essere tirata fuori in futuro». Tutti abbiamo bisogno di spazio per crescere, sbagliare e cambiare. Come ha detto lo scrittore Jaren Lanier, se Robert Zimmerman — un ragazzino di una piccola città del Minnesota — avesse avuto Facebook, sarebbe diventato il Bob Dylan newyorkese?

3. Le informazioni che date per qualcosa, verranno usate anche per qualcos’altro…
I database con le nostre informazioni si stanno intersecando sempre di più. Rowan fa un esempio estremo, ma non troppo: ordinate una pizza per telefono, e il computer che prenderà l’ordine accederà anche al vostro curriculum, ai voti che avete preso in passato, ai prestiti in biblioteca. E l’impiegata della pizzeria vi proporrà opzioni in base ai risultati che leggerà, come una pizza al tofu in caso siate grassi. E i sondaggi mostrano che già il 35 per cento delle aziende rifiutano i candidati per le informazioni che trovano sui social network.

4. …e c’è la buona possibilità che vengano usate contro di voi
Mark Zuckerberg direbbe che, in un mondo più trasparente, «tu hai una sola identità, e stanno per finire i giorni in cui avrai maschere differenti per i tuoi colleghi e per le altre persone che conosci». Ma questo è solo un lato della medaglia: un ex partner vendicatore (o vendicatrice), un collega rivale o un avversario politico potrebbero selezionare le vostre informazioni per danneggiarvi, modellando così la vostra identità in maniera disonesta.

5. Poi facciamo casino, e diamo più informazioni di quel che vorremmo
È molto semplice, spesso ci si può sbagliare e pubblicare qualcosa di privato senza accorgersene. Per capire quanto, Rowen consiglia una visita su youropenbook.org e una ricerca veloce di frasi come “cheated on my wife” o “my new mobile number is” (“ho tradito mia moglie” e “il mio numero di telefono è”).

6. E oltrettutto, perché vendere a un’azienda le proprie conversazioni?
Un giorno leggerete quelle 5.830 parole e vi accorgerete che Facebook detiene il diritto di fare più o meno ciò che vuole con i vostri dati, compreso venderli a chiunque paghi abbastanza. Sì, dice Rowan, Facebook è gratis, ma con mezzo miliardo di utenti che lo usano è ora di chiedersi quanto stia facendo bene o male alla società.

Onestamente ne condivido pochissimi...però indubbiamente solleva delle questioni che meritano di essere approfondite anche se il "meglio tardi che mai" mal si addice ad un colosso come Facebook.

lunedì 20 settembre 2010

Se la lotta alla mafia parte dall'estero

Ho letto su Malitalia, sito Internet che seguo, il post di Laura Aprati, un'amica, collega giornalista, che un anno fa è uscita in libreria con il libro documentario (in allegato c'era anche un dvd) in cui parla di mafia e ndrangheta, camorra e quant'altro. Il libro è una serie di approfondimenti, interviste a uomini, donne, carabinieri e poliziotti.
Nel suo ultimo post Laura racconta della presentazione del suo libro, scritto insieme ad Enrico Fierro, al festival internazionale della letteratura di Berlino: nel suo racconto spuntano domande, riflessioni, ma anche le ribellioni di chi non ha voluto, e sono italiani migrati all'estero, che Berlino diventasse come Casal di Principe. In fondo, però, viene un briciolo di rabbia vedere come una piccola comunità di italiani di Berlino abbia creato un movimento e un'opinione che noi, qui in Italia, non abbiamo saputo creare. Creando delle grandi bolle di vuoto.

Mille Miglia, ecco il percorso 2011

Come anticipato su Bresciaoggi, ecco il percorso della Mille Miglia edizione 2011, la celebre rievocazione della mitica corsa automobilistica che dal 1927 al 1957 ha creato un mito.
La manifestazione dovrebbe partire da Brescia giovedì 12 maggio per arrivare fino a Desenzano, Sirmione, Peschiera, quindi Guidizzolo e Ostiglia prima di transitare da Ferrara (la vera novità del percorso) prima di chiudere la prima tappa a Bologna.
Venerdì 13 le vetture lasceranno Bologna, quindi San Marino, San Sepolcro (pranzo), l'Umbria, Spoleto, il Terminillo prima della grande discesa verso Roma dove arriveranno in parata a Castel Sant'Angelo.
L'ultimo giorno il percorso non dovrebbe subire variazioni rispetto alla tradizione: da Roma a Viterbo, Radicofani, Siena, Firenze, la Futa, la Raticosa prima di attraversare nuovamente Bologna e risalire verso Brescia dopo aver sfiorato Modena, Parma e Cremona.
Per Brescia sarà come sempre una grande festa che per quattro giorni animerà il centro cittadino e porterà sulla strada migliaia di bresciani per far rivivere uno dei marchi di fabbrica della cultura made in Brescia.

domenica 19 settembre 2010

Vesco-Guerini vincono il Nuvolari

L'equipaggio bresciano Vesco-Guerini su Fiat 508 del 1934 ha vinto il trofeo Nuvolari precedendo di un soffio l'equipaggio siciliano Passanante-Messina. Al terzo posto, ma vincitori morali perchè autori di una gara con il minor numero di penalità, la coppia Fortin-Pilè. Solamente quarto uno dei grandi favoriti della vigilia, Giuliano Canè in coppia con la moglie Lucia Galliani.