In fondo, c’è sempre una prima volta. E lui, Roby Guana, sapeva che prima o poi sarebbe arrivata, fortemente voluta: con la ragione del calciatore, per misurarsi contro quella squadra che l’ha cresciuto fino alla serie A, con la ragione del cuore, quella del tifoso, del bresciano purosangue, quella che, «la maglia blu con la V bianca» in fondo ce l’ha annodata attorno al cuore, a dispetto dei giudizi sempre troppo frettolosi, di quello che è stato fatto e non detto, di ciò che, in molti, non hanno compreso.
Roberto Guana, 29 anni, ragazzo di Capriano del Colle cresciuto con le stigmate del trequartista moderno e affermatosi giocando venti metri più indietro, il Brescia non l’ha più incontrato: da quel giorno di marzo in cui con Lele Adani diede vita ad uno dei gesti più clamorosi che la storia biancoazzurra ricordi. Via da Brescia, via dal Brescia: fermo sei mesi, poi Ascoli, neopromosso in serie A, mentre a trecento chilometri, il Brescia, ripartiva da Maran e da una serie B «meritata» per un solo punto di differenza. Poi, dopo l’esaltante esperienza marchigiana, ecco la Sicilia, terra che regala calore anche a chi viene dal freddo e dalla nebbia. E Guana è pronto ad accoglierne a tonnellate: conquista Palermo e i palermitani, gioca sempre, non segna mai, passano gli allenatori centrifugati da Zamparini ma lui resta sempre al suo posto. Fino al prestito bolognese: Guana «ritrova» un pezzo di Brescia, Emiliano Viviano che era il terzo portiere biancoazzurro quando Guana era il titolare del centrocampo. Un’altra stagione da protagonista, un gol, solamente, ma sufficiente ad entrare nel cuore dei bolognesi. Nel frattempo quel Brescia con la maglia azzurra e la V bianca, costruito da un allenatore che da giocatore gli somigliava tanto, torna in serie A. L’estate passa, Guana approda al Chievo: una famiglia, una società che difficilmente sbaglia programmazione e obiettivo. Il cerchio si chiuderà nella sfida al Bentegodi: nei suoi occhi, quella maglia azzurra con la V bianca che ha indossato per dieci anni, dal settore giovanile fino alla serie A. «El tigre», come l’aveva ribattezzato Roberto Baggio, di fronte alla Leonessa. In fondo, doveva accadere.
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venerdì 17 settembre 2010
giovedì 2 settembre 2010
Analisi tecnica sul mercato della Juventus
Non tutti gli juventini sono stati in sintonia con il mercato dei bianconeri: tra favorevoli e contrari, nostalgici che sognano l'ennesima primavera di Del Piero, illusi che sperano che Motta sia un nuovo Cafù e che Pepe sia destinato ad essere un pilastro della rifondazione....vi propongo un video che fa un'analisi completa del mercato juventino. Buona visione....
martedì 31 agosto 2010
I magnifici quattro....
Pato, Ronaldinho, Ibrahimovic e Robinho: se sono rose fioriranno, certo, hanno già acceso la fantasia dei tifosi e non è poco visti gli ultimi anni di purgatorio. L'ultimo giorno di mercato ha senza dubbio incoronato il Milan come regina del calciomercato con il grande colpo Robinho messo a segno solo tre giorni dopo l'acquisto di Zlatan Ibrahimovic.
Ora, toccherà ad Allegri gestire una macchina da spettacolo e gol di questa portata: certo, tra i precedenti ricordo anche un Milan con Savicevic, Baggio e Weah che non andò benissimo...vero Tabarez? Ora però, nelle possibilità di Allegri c'è anche un Milan con il 4-2-3-1 con Ronaldinho mezzapunta centrale, dietro a Ibra e incastonato tra Pato (a destra) e Robinho (a sinistra). Se son rose....fioriranno. Altrimenti resteranno i sogni...accesi da un calciomercato di fine estate.
Ora, toccherà ad Allegri gestire una macchina da spettacolo e gol di questa portata: certo, tra i precedenti ricordo anche un Milan con Savicevic, Baggio e Weah che non andò benissimo...vero Tabarez? Ora però, nelle possibilità di Allegri c'è anche un Milan con il 4-2-3-1 con Ronaldinho mezzapunta centrale, dietro a Ibra e incastonato tra Pato (a destra) e Robinho (a sinistra). Se son rose....fioriranno. Altrimenti resteranno i sogni...accesi da un calciomercato di fine estate.
domenica 29 agosto 2010
Il pagellone del Brescia
PARMA-BRESCIA: 2-0

SERENI: 6,5. Non può fare niente perchè con due «compari» come Dallamano e Zoboli è come difendere a distanza una Ferrari lasciata nel parcheggio con le chiavi dentro. Per il resto para quello che può...se il Brescia resta vicino al rientrare in partita il merito è soprattutto suo.
ZAMBELLI: 5,5. Non impeccabile sul gol del Parma, per il resto almeno fornisce l’impressione di sapere in che categoria gioca. Se poi Kone ha un concetto di raddoppio piuttosto labile la colpa non è certamente sua ma di chi, semmai, non riesce a porvi rimedio.
MARTINEZ: 5,5 La mano fasciata non è un’alibi, «buca» sul 2 a 0, poi cerca di chiudere dove può quando può.
ZOBOLI: 5. Sul gol invece che provare a chiudere chiama un fuorigioco che non c’è. Per il resto prova anche ad impostare facendo capire perchè nel Torino non giocava quasi mai. Si spinge anche in avanti ma la sua sforbiciata vale solo tre replay su Sky
DALLAMANO: 5. Giovinco non gli passa sopra perchè per lui è troppo alto. Però gli va via a destra, sinistra e anche in mezzo alle gambe. Rischia di farsi arrestare per vagabondaggio, quando prova a lanciare con il suo mancino non lascia ricordi che meritino di essere ricordati.
KONE: 5. Se sei greco, giocavi nell’Iraklis ed eri svincolato...non è per una congiuntura astrale. Mosso da eccessivo fairplay...lascia Zambelli quasi sempre due contro uno. Generoso.
BUDEL: 5,5. Prova qualche apertura, per il resto Morrone ha altro passo e forza. Al suo posto CORDOVA (5) che si fa notare per un paio di punizioni dalla distanza tirate parecchio male.
VASS: 5,5. Apprezzabile il riordino alla pettinatura, meno i tentativi di coprire a sinistra e in mezzo al campo. Troppo poco per l’ungaro che cerca almeno di dare una mano a Dallamano.
DIAMANTI: 5. Cambiando canale la sua foto è passata anche a «Chi l’ha visto?». Forse sta ancora finendo il trasloco. Al suo posto EDER (5,5) che almeno prova a farsi vedere....
POSSANZINI: 5,5 Il capitano di tante battaglie fa il solito, si batte e si sbatte. Peccato che le proporzioni che governano la qualità, in serie A abbiano altre «conversioni» rispetto alla B.
CARACCIOLO: 5. In queste condizioni non è presentabile in serie A. Cerca il fraseggio e sbaglia, prova di forza ma gli altri ne hanno di più. Al suo posto entra in campo FECZESIN che potrà raccontare ai parenti in Ungheria di aver giocato in serie A.
IACHINI: 6. Lui lo sapeva e aveva chiesto tre giocatori. Se non li ha...non potendo giocare in 8...cerca il male minore. Peccato che Ligabue era emiliano e non bresciano...quindi mentre Iachini si accontenta...il Parma gode.
SERENI: 6,5. Non può fare niente perchè con due «compari» come Dallamano e Zoboli è come difendere a distanza una Ferrari lasciata nel parcheggio con le chiavi dentro. Per il resto para quello che può...se il Brescia resta vicino al rientrare in partita il merito è soprattutto suo.
ZAMBELLI: 5,5. Non impeccabile sul gol del Parma, per il resto almeno fornisce l’impressione di sapere in che categoria gioca. Se poi Kone ha un concetto di raddoppio piuttosto labile la colpa non è certamente sua ma di chi, semmai, non riesce a porvi rimedio.
MARTINEZ: 5,5 La mano fasciata non è un’alibi, «buca» sul 2 a 0, poi cerca di chiudere dove può quando può.
ZOBOLI: 5. Sul gol invece che provare a chiudere chiama un fuorigioco che non c’è. Per il resto prova anche ad impostare facendo capire perchè nel Torino non giocava quasi mai. Si spinge anche in avanti ma la sua sforbiciata vale solo tre replay su Sky
DALLAMANO: 5. Giovinco non gli passa sopra perchè per lui è troppo alto. Però gli va via a destra, sinistra e anche in mezzo alle gambe. Rischia di farsi arrestare per vagabondaggio, quando prova a lanciare con il suo mancino non lascia ricordi che meritino di essere ricordati.
KONE: 5. Se sei greco, giocavi nell’Iraklis ed eri svincolato...non è per una congiuntura astrale. Mosso da eccessivo fairplay...lascia Zambelli quasi sempre due contro uno. Generoso.
BUDEL: 5,5. Prova qualche apertura, per il resto Morrone ha altro passo e forza. Al suo posto CORDOVA (5) che si fa notare per un paio di punizioni dalla distanza tirate parecchio male.
VASS: 5,5. Apprezzabile il riordino alla pettinatura, meno i tentativi di coprire a sinistra e in mezzo al campo. Troppo poco per l’ungaro che cerca almeno di dare una mano a Dallamano.
DIAMANTI: 5. Cambiando canale la sua foto è passata anche a «Chi l’ha visto?». Forse sta ancora finendo il trasloco. Al suo posto EDER (5,5) che almeno prova a farsi vedere....
POSSANZINI: 5,5 Il capitano di tante battaglie fa il solito, si batte e si sbatte. Peccato che le proporzioni che governano la qualità, in serie A abbiano altre «conversioni» rispetto alla B.
CARACCIOLO: 5. In queste condizioni non è presentabile in serie A. Cerca il fraseggio e sbaglia, prova di forza ma gli altri ne hanno di più. Al suo posto entra in campo FECZESIN che potrà raccontare ai parenti in Ungheria di aver giocato in serie A.
IACHINI: 6. Lui lo sapeva e aveva chiesto tre giocatori. Se non li ha...non potendo giocare in 8...cerca il male minore. Peccato che Ligabue era emiliano e non bresciano...quindi mentre Iachini si accontenta...il Parma gode.
sabato 28 agosto 2010
Iachini chiede, il Brescia risponde?

Sull'intervista pubblicata sulla Gazzetta dello Sport di Oggi, Giuseppe Iachini fa il punto della situazione del suo Brescia. "Abbiamo fatto le finestre e i fiocchetti, ora serve la casa vera e propria". Traduzione: "Grazie Corioni per Diamanti ed Eder, magari me ne bastava anche solo uno, però adesso mi serve anche qualcosa d'altro perchè troppi giocatori sono inesperti o esordienti nella categoria".
Effettivamente, qualche riga dopo, Iachini aggiusta il tiro. "Siamo incompleti, mi serve un terzino sinistro, un difensore centrale ed un interno di centrocampo". Mi permetto di tradurre nuovamente. "Giocherà con il 4-3-1-2, quindi siccome Dallamano e Mareco o Zoboli non mi danno abbastanza garanzie, mi servono due elementi di categoria. E per finire, siccome Vass è un esordiente e Budel in serie A non ha mai fatto benissimo, mi servirebbe anche un interno di centrocampo di categoria".
Mi sembrano parole sacrosante che dovrebbero buttare acqua sul fuoco incendiato in una pizza in delirio per Diamanti ed Eder (31 presenze in due in serie A nelle loro carriere). Questo Brescia, a mio giudizio, non è per nulla attrezzato per una salvezza tranquilla: solo Cesena e Catania secondo me sono al livello dei biancazzurri, Lecce, Chievo, Cagliari e Bari hanno oggettivamente qualcosa in più. Anche se si chiama esperienza, è comunque un valore.
mercoledì 25 agosto 2010
Ibrahimovic-Milan: la chiave è Pique?
Ibra al Milan? In mezzo ci sta...Pique. Di seguito vedrete una foto emblematica che ha già fatto il giro dei giornali e siti iberici. Pare che questa volta uno dei giocatori meno fedeli d'Europa (in 6 anni è passata da Ajax, Juventus, Inter e Barcellona) abbia giurato fedeltà al Barcellona e al suo amico Pique.

Che poi non si dica che tra i calciatori non esistono gli omosessuali: un dogma sbandierato dagli allenatori e portato a spasso dagli atleti di mezzo mondo: certo è che, per la legge dei grandi numeri, pare impossibile pensare che gli sportivi non possano essere, in alcuni casi, omosessuali. In fondo....chi può dimenticare l'apprensione di Tom verso il ginocchio di Holly o la devozione di Danny Mello per il suo capitano, il macho Marck Lenders?
Dopo la pubblicazione della foto, Ibrahimovic ha smentito una qualsiasi omosessualità, senza però spiegare (non che dovesse farlo, del resto essere gay non è certamente una colpa o una malattia) in che momento è stata scattata quella foto. Anzi...il campione svedese, avrebbe invitato il giornalista di Telecinco a presentarsi a casa sua con la sorella....E se alla signorina in questione lo svedesone non piacesse? Magari per competenza Ibra potrà chiedere notizie di una sorella di qualche inviato di Mediaset....

Che poi non si dica che tra i calciatori non esistono gli omosessuali: un dogma sbandierato dagli allenatori e portato a spasso dagli atleti di mezzo mondo: certo è che, per la legge dei grandi numeri, pare impossibile pensare che gli sportivi non possano essere, in alcuni casi, omosessuali. In fondo....chi può dimenticare l'apprensione di Tom verso il ginocchio di Holly o la devozione di Danny Mello per il suo capitano, il macho Marck Lenders?
Dopo la pubblicazione della foto, Ibrahimovic ha smentito una qualsiasi omosessualità, senza però spiegare (non che dovesse farlo, del resto essere gay non è certamente una colpa o una malattia) in che momento è stata scattata quella foto. Anzi...il campione svedese, avrebbe invitato il giornalista di Telecinco a presentarsi a casa sua con la sorella....E se alla signorina in questione lo svedesone non piacesse? Magari per competenza Ibra potrà chiedere notizie di una sorella di qualche inviato di Mediaset....
sabato 21 agosto 2010
Anche a Brescia arriva lo street soccer
In Brasile giocando a calcio per strada nascono i fenomeni: a Brescia, giocare a calcio, è vietato persino nei parchi. Poco male, vorrà dire che il Brescia non potrà contare su campioni dal piede sopraffine e dalla movenza felina abituata a schivare turisti e piante.
Detto questo, però, a Brescia c'è anche chi gioca per strada: è successo ieri sera in via Eritrea, zona comparto Milano: quattro ragazzi, due per parte, si lanciavano e calciavano una piccola palla da calcio color oro (quella che nella fotografia si intravede appena sopra il muraglione dopo un lancio fuori misura). Mi hanno fatto sorridere....evidentemente...sfruttando il non traffico agostano, si sono costruiti un campo sull'asfalto. Del resto anche la PlayStation...ha un titolo che si chiama "StreetSoccer".
Detto questo, però, a Brescia c'è anche chi gioca per strada: è successo ieri sera in via Eritrea, zona comparto Milano: quattro ragazzi, due per parte, si lanciavano e calciavano una piccola palla da calcio color oro (quella che nella fotografia si intravede appena sopra il muraglione dopo un lancio fuori misura). Mi hanno fatto sorridere....evidentemente...sfruttando il non traffico agostano, si sono costruiti un campo sull'asfalto. Del resto anche la PlayStation...ha un titolo che si chiama "StreetSoccer".

mercoledì 11 agosto 2010
Prandelli, male la prima
Il giorno-dopo l'esordio di Cesarone nostro sulla panchina dell'Italia, non posso fare a meno di dire la mia. E, sfogliando giornali e leggendo blog, non posso non trovarmi daccordo con Roberto Beccantini che sul suo blog smorza i facili entusiasmi (dovuti a cosa se non a qualche faccia nuova al posto dei soliti noti e stonoti?.
Quel che conta, appunto, è il risultato. E la pioggia inglese dice che l'Italia ha perso 1 a 0 contro la Costa d'Avorio priva di Drogba. Cosa sarebbe stato con il bomber del Chlesea? Forse avrebbe vinto l'Italia, forse sarebbe finite 3 a 0 per gli africani. Chi può dirlo?
Certo che l'Italia di Prandelli piaciucchia solo per la ventata di novità: Balotelli, Cassano e Amauri, a parte stappare qualche bottiglia andata a male (come quando lo spumante non fa bollicine) fanno vedere pochissimo, Motta e Molinaro non mi sembrano adeguati e soprattutto all'altezza fisicamente per reggere un modulo che li vede obbligati a sovrapporsi con continuazione per creare superiorità in zona gol.
Il resto? Chiellini il solito guerriero, Bonucci così cocì, Sirigu senza voto ma Viviano secondo me è sempre più forte di lui. Il punto è che, anche con il miglior portiere del mondo, avremmo perso con la Costa d'Avorio.
Nel 2010 l'Italia non ha mai vinto: ricordo che dopo due mesi senza vittorie a Brescia i tifosi cantavano "Quando vinciamo De Biasi quando vinciamo".
Ora, caro Cesare, vero che in due giorni non puoi mettere benzina nelle gambe e idee in teste che non conosci, però puoi cominciare a inculcare qualche barlume di idea. Consapevole, però, che ieri sera ti mancava qualità in mezzo al campo, al stessa che può darti il conterraneo Pirlo o la tua creatura Montolivo. Che ieri hai lasciato fuori per Palombo. Unica nota positiva: nessuno si è fatto male, e i tifosi da nazionale (quelli che guardano l'Italia solo perchè è in prima serata) hanno visto alcune facce nuove. Ma per essere belli e vincenti serve molto altro. Lavoro compreso, e quello, sono sicuro, non mancherà.
domenica 8 agosto 2010
Se anche Diamanti dice no....Brescia
Anche Diamanti ha rifiutato il Brescia. Del resto come dargli torto...passare dagli1,5 mln di euro a Londra, sponda West Ham, per passare ai si dice 600 mila euro a Brescia.
Ora, mi chiedo, dopo Eder e Diamanti, chi sará il prossimo obiettivo? Jeda? Tavano? L'impressione é che alla fine arriverá l'ennesima scommessa o giovane dalle grandi (il Cerci di turno) che non si dimostrerá all'altezza perché se lo fosse non lo darebbero in prestito. Per il resto...restiamo alla finestra a 20 gg dall'inizio del campionato.
Ora, mi chiedo, dopo Eder e Diamanti, chi sará il prossimo obiettivo? Jeda? Tavano? L'impressione é che alla fine arriverá l'ennesima scommessa o giovane dalle grandi (il Cerci di turno) che non si dimostrerá all'altezza perché se lo fosse non lo darebbero in prestito. Per il resto...restiamo alla finestra a 20 gg dall'inizio del campionato.
domenica 4 luglio 2010
Quattro regine per quattro calci diversi
Il mondiale sudafricano è arrivato alla stretta finale: la prima sentenza mi pare persono troppo ovvia, la superiorità della scuola europea rispetto a quella sudamericana e africana, con questi ultimi sempre ad un passo dal salto di qualità decisivo. Gli asiatici, invece, a parte una grande condizione atletica ed una naturale predisposizione per la tattica difensiva, hanno offerto pochissimo.
Ora veniamo alle magnifiche 4.
A mio modesto avviso la squadra più forte è la Spagna che ha ampiezza di rosa e di risorse tali da avere un potenziale nettamente superiore agli altri che secondo me già stanno girando al massimo. Fino ad oggi gli iberici hanno lasciato fuori spesso e volentieri Fabregas e non hanno ancora visto il miglior Torres. Sono i miei favoriti.
Oltre agli iberici penso che l'Olanda abbia qualcosa più della Germania: classe superiore, più elementi in grado di risolvere la partita. Van Persie, Sneijder e Robben rappresentano alternative di primissimo livello. Continuano a non convincermi nel reparto arretrato ma è pur vero che fino ad ora hanno preso pochissimi gol. Ritengo invece che la favola della Germania sia al capolinea: i tedeschi tutta corsa e cuore non potranno prescindere dalla fisicità di Mueller e penso che la sfida con la Spagna sia per loro il capolinea della manifestazione.
La squadra meno forte, che però mi è più simpatica, è l'Uruguay di Oscar Washington Tabarez: contro ogni pronostico hanno fatto vedere che applicando mentalità europea alla meno talentuosa delle squadre sudamericane di prima fascia si può andare lontano. Una lezione per Dunga e Maradona, anche se l'assenza di Suarez rischia di pesare come un macigno.
Pronostico una finale Spagna-Olanda che sarebbe anche un premio alla qualità e all'organizzazione di gioco. Vedremo...
domenica 20 giugno 2010
Salviamo il soldato Gila
I numeri, suoi, gli danno torto. Due partite 0 gol. Quelli della nazionale, lo riabilitano: due partite, due gol (uno su rigore). Dopo 180 minuti di Mondiale Gilardino è già sotto accusa: "non la prende", "non segna mai".
Penso che il problema, più che Gilardino, sia la struttura di gioco della nazionale: una squadra "pensata" per mandare al tiro i centrocampisti (Montolivo 3 volte, Camoranesi 2, De Rossi 2) e non per portare i centravanti in zona gol.
Marcello Lippi lo sa: infatti ha cambiato 3 centravanti in 90 minuti (Gilardino, Iaquinta, Pazzini) senza ricavare uno straccio di conclusione a rete. Forse Pirlo potrà fare qualcosa, portando un bricolo di fantasia e fosforo in una squadra che stenta ad accendere la luce, schiava degli inserimenti su corner di De Rossi e Chiellini e delle bordate dalla distanza di Montolivo. Per questo, il soldato Gila deve restare al suo posto: aspettando che un pallone piova dal cielo. Come fosse manna....
giovedì 17 giugno 2010
Radio Vuvuzela...non ci posso (voglio) credere
Me l'ha detto un collega, e questo devo dirlo a onor del vero. Ma che qualcuno si prendesse la briga di mandare in onda, online, per 24 ore consecutive il suono (rumore?) di una Vuvuzela mi sembra davvero un'azione figlia dei primi caldi. Per questo mi sono trovato mio malgrado su Radio Vuvuzela con in sottofondo il brusio senza limite.
Ora, mi domando, se danno fastidio mentre si guarda una partita, come possono non darne senza una valida alternativa? Comunque per dovere di cronaca ne fornisco notizia....sperando che, almeno vicino a me, le vuvuzelas non arrivino mai.
sabato 12 giugno 2010
Il Brescia e un viaggio in musica di quasi un secolo

I cori da stadio? Caratteristici. Ma il Brescia vanta almeno tre inni, diversi per stile, diversi per epoca, ma tutti uniti dalla passione. Personalmente non riesco a rinunciare al mitico "Brescia di ferro" che propone una musica vecchia ma parole ricche di significato per chi non scinde la parola Brescia da Leonessa.
Negli anni Omar Pedrini, ma anche Charlie Cinelli, hanno proposto delle loro versioni: "Nel biancoblu" firmato dall'ex Timoria è forse il preferito dai tifosi giovani mentre i cultori della lingua dialettale, marchio di fabbrica bresciano, amano "Nom al stadio" di Cinelli. Da risentire, tutti, in serie A. Magari scandendo il riscaldamento della squadra in un intenso viaggio nella storia del Brescia e della sua città.
venerdì 11 giugno 2010
Il Brescia, la serie A, e un sogno ricorrente
Domenica sera sapremo se Firenze sarà alle spalle, sapremo se sarà lecito sognare un nuovo Roberto Baggio, sapremo se nel vetusto e inclassificabile Rigamonti torneranno il Milan, l'Inter, la Juventus e la Roma. Sapremo se la squadra sarà all'altezza della città.
In altre parole, sapremo se il Brescia sarà da serie A: perchè la città ormai lo è da tempo, la metropolitana la uniformerà ai più moderni sistemi di trasporto, il tessuto imprenditoriale ne fanno il terzo distretto industriale italiano, le grandi mostre nell'ultimo quinquennio hanno fatto della nostra provincia un polo turistico se non di prima fascia quasi. A tutto questo, manca una squadra di calcio all'altezza, un'espressione sportiva d'avanguardia. Perso il volley, perso il rugby, la pallanuoto ni costante ridimensionamento, il calcio pare l'unico sport in grado di infiammare cuori e alimentare sogni.
Domenica toccherà proprio al calcio: riempire il Rigamonti (e le code ai botteghini sembrano di buon auspicio) e spingere il Brescia in serie A. Faccio un appello personalissimo alla squadra: non deludete i bresciani, una nuova batosta allargherebbe il solco e raffredderebbe il gelo che vi ha accompagnato per tutto l'anno...giocando con 3 mila spettatori in uno stadio deserto. In bocca al lupo, Brescia.
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