sabato 11 settembre 2010

Una cena alla Taverna Picedo, Polpenazze

Una sera a Polpenazze: un borgo spesso trascurato, almeno da me, a pochi chilometri dal Garda e immerso nel verde della Valtenesi. Sono stato a cena alla Taverna Picedo: prenotazione consigliata, una vasta scelta di primi e secondi e una buona carta dei vini, con oltre cinquanta bottiglie disponibili.
Il parcheggio non è ampio, infatti trovare posto è piuttosto difficile anche se il ristorante non è pieno: la terrazza, consigliata, è uno splendido balcone sul Garda. Si vede tutto il lago, da Desenzano a Sirmione, nelle sere più belle non è difficile scorgere anche le luci della costa veronese.
Per iniziare, abbiamo ordinato due antipasti: uno strudel di porcini e formagella di Tremosine, e un piatto di salumi con le verdure fritte. Di seguito due portate di carne: manzo all'irlandese e nodino alla griglia. Tutto piuttosto buono, così come il Teroldego Foradori con cui ho accompagnato la cena. Per dolce due tiramisù con i savoiardi fatti in casa: buono, ma niente di entusiasmante. Il prezzo? 101 euro, arrotondati per difetto a 100 euro.

Attentato alle Torri Gemelle: 9 anni dopo

Oggi è inevitabile non pensare a quel pomeriggio (italiano) in cui il mondo venne sconvolto dall'attentato alle Torri Gemelle: personalmente ero appena tornato dalla spiaggia, con il mio amico Michele. Ci ritrovammo, ragazzi di 21 anni, incollati al televisore a vedere quegli aerei finire contro quei mostri di acciaio e cemento. Così grossi e impotenti, fragili e senza equilibrio.

Sono passati nove anni da quell'attentato: alcuni colpevoli, probabilmente pedine di pedine, sono anche stati presi. I manovali sono morti in quegli aerei; i mandanti, i vertici di Al Qaeda, Bin Laden, continua ad essere imprendibile nascosto in qualche pertugio inesplorabile. Migliaia di persone sono morte nelle torri e tutto attorno. Le vittime degli attentati furono 2974, esclusi i diciannove dirottatori: 246 persone morirono su quattro aeroplani. Furono più di 90 i paesi che persero cittadini negli attacchi al World Trade Center.
Le immagini di quei corpi che si buttano, di quei vigili del fuoco che tentano di salvare il salvabile. Penso che, per la mia generazione, quelle immagini resteranno scolpite nella nostra memoria come e più del primo bombardamento su Baghdad.
In molte città hanno intitolato eventi, parchi, monumenti: in fondo, anche le testimonianze come queste servono per non dimenticare.

venerdì 10 settembre 2010

Italia, paese di impiccioni

Qualche giorno dopo le parole del senatore a vita Giulio Andreotti sull'avvocato Giorgio Ambrosoli, assassinato nel 1979 "In termini romaneschi si può dire che Ambrosoli se l'andava cercando" mi ha fatto riflettere il Buongiorno odierno scritto da quel fuoriclasse di Massimo Gramellini su La Stampa. Inevitabile, pensando ad Ambrosoli e alle dichiarazioni di Andreotti andate in onda su Rai Tre non pensare anche a quelle decine di persone (giudici, giornalisti, poliziotti, sacerdoti) che hanno perso la vita nel tentativo di difendere gli oppressi smascheranno i malfattori. Tutti questi, se la sono andata cercando? E' questo il messaggio che vuole far passare Andreotti? "Cari ragazzi, fatevi gli affari vostri, non impicciatevi di quello che accade perchè non si sa mai quel che può accadere".
Forse non sono queste le basi su cui bisogna ricostruire un paese come il nostro. In coda allego una canzone di Ligabue, "Buonanotte all'Italia) in cui alcuni versi mi fanno sempre riflettere "c'è il muschio ingiallito dentro questo presepio/ che non viene cambiato, che non viene smontato/ e zanzare vampiri che la succhiano lì/ se lo pompano in pancia un bel sangue così". Un approfondimento sul tema è stato scritto anche da Marco Toresini sul suo blog.

giovedì 9 settembre 2010

Sui tacchi e di corsa: si può

Cercando nella Rete del materiali sull'uso delle scarpe con il tacco (ammetto, cercavo un sondaggio che premiasse le mie idee) mi sono imbattuto in questo video su You Tube che mi ha messo a conoscenza di una manifestazione sportiva unica ed esilerante. La maratona con i tacchi: si è corsa a Milano qualche mese fa. Le regole erano le stesse di ogni maratona, più quella, inevitabile, dell'obbligo del tacco. Certo...con le ballerine si corre meglio.

Brescia, schermi al plasma in stazione

Super sorpresa ieri sera quando sono andato in stazione per prendere il treno che mi avrebbe riportato a casa: ad ogni binario, appesi ai pilastri, c'erano attaccati 3 maxischermi che mandavano in onda immagini tratte da non so quale canale. E, clamoroso, si sentiva pure l'audio.

Ad occhio e croce alla stazione di Brescia ne sono stati installati almeno una trentina: non voglio conoscere i termini dell'operazione, certamente però sarei pronto a rinunciare a qualche minuto di "visione" in cambio di treni puntuali e puliti. Sempre che, dando per scontato il ritardo, Trenitalia cerchi almeno di rendere più comoda l'attesa. In quel caso a Brescia non guasterebbero nemmeno alcune sedie in più rispetto alle 18 sistemati nell'atrio d'ingresso. Un po' pochine.

mercoledì 8 settembre 2010

La collezione cresce con la Domenica del Corriere

Stamattina sulla scrivania ho trovato un tubo di carta: all'interno, come aspettavo da qualche giorno, la "Domenica del Corriere" del 26 maggio 1957. Un'edizione che potrebbe sembrare insignificante se non fosse quella che, in copertina, porta l'illustrazione dell'incidente che ha coinvolto a Guidizzolo il pilota spagnolo Alfonso De Portago e il suo navigatore Eddy Nelson. Nello schianto morirono anche nove spettatori, tra cui cinque bambini.
Quell'incidente portò alla cancellazione di tutte le gare di velocità su strada e di fatto mise la parola fine alla Mille Miglia storica, sostituita nel 1977 dalla Mille Miglia di regolarità riproposta dall'Aci di Brescia e dalla Marva, una società bresciana andata poi in liquidazione.
Di quel drammatico incidente, oggi rimane un monumento a Guidizzolo per ricordare una tragedia che a modo suo ha segnato un paese, delle famiglie e messo fine ad una manifestazione che per qualche ora paralizzava tutta Italia.

martedì 7 settembre 2010

Trofeo Lumezzane, una bella giornata e un insegnamento

Due giorni dopo racconto la mia esperienza al Trofeo Lumezzane, valido per il campionato italiano di regolarità per auto storiche. Ho partecipato con il mio amico Giovanni Moceri: classifica alla mano siamo arrivati terzi anche se la fortuna ci ha (anzi mi) ha dato una grossa mano cancellando due prove speciali dove praticamente mi ero perso (il mio compito era appunto fare il navigatore). Nello specifico, e qui arriva l'insegnamento, mai fidarsi di chi ti precede: gli siamo andati dietro ed abbiamo fatto la frittata.
La fortuna ha poi voluto che queste due prove venissero annullate e che la nostra Alfa 1300 GtJunior tornasse clamorosamente in classifica: siamo arrivati terzi dopo una giornata tra la Valgobbia, la Valsabbia, il Garda, la Valvestino, la Valtenesi, l'hinterland bresciano e la Franciacorta prima dell'arrivo a Lumezzane.
Molto interessante, da profano, capire bene come funzionano le prove speciali, come si legge un road book e come bisogna sempre tenere alta la tensione per restare nella tabella di marcia prefissata. Per la cronaca, la classifica assoluta è stata vinta da Fortin con 91 penalità, al secondo posto Rampello con 96 e noi terzi con 97 penalità. Complessivamente non mi lamento di certo, mi sono anche divertito. Il mio mito Giuliano Canè, vincitore di 10 Mille Miglia, ha chiuso al quinto posto: ma è stato un piacere, come sempre, passare del tempo con lui.