martedì 5 ottobre 2010

E se le hostess ballano in aereo

Detto che le hostess sono molto diverse da quello che uno si immagina (prova ne è il mezzotacco e no il tacco 12) trovo comunque molto interessante la performance proposta dalle signorine di questa compagnia aerea che non hanno trovato di meglio da fare che allietare i poveri passeggeri.

Resta da capire se si trattasse della business class o meno: certo che potrebbe essere un servizio aggiuntivo: in questo caso le compagnie low cost potrebbero proporre spettacoli tristissimi, perchè, se spendi poco, non sei obbligato anche a divertirti.

lunedì 4 ottobre 2010

Metti una web cam dentro il nido

Il grande fratello spia gli uccelli. Non nel senso cinematografico più banale, ma nel senso più "naturale" possibile. Dal 2009 Terna, in collaborazione con Ornis Italica, ha promosso Birdcam, progetto che prevede l’installazione di telecamere sui nidi artificiali per seguire on line, Birdcam e Terna l’intero periodo riproduttivo dei volatili.
Il collegamento attraverso le webcam consente, inoltre, di reperire utili informazioni scientifiche sul comportamento animale anche a ricercatori che operano in remoto.
Straordinario il successo dei video trasmessi dalla telecamera puntata all’interno di un nido di ghiandaia che ha permesso a tutti gli appassionati di seguire la schiusa di 5 uova e la cura dei piccoli da parte di entrambi i genitori. Nel periodo di occupazione del nido questa webcam è stata inserita dal sito specializzato americano Earthcam nella “Winner of EarthCam’s Top 10 Cams”, la speciale classifica delle webcam più belle del mondo.

domenica 3 ottobre 2010

Parcheggiare la bici è un rischio


Parcheggiare la bicicletta, legandola ad un palo ai giardini di via dei Milla, a Brescia, rischia di diventare un rischio. La catena impedisce l'asportazione del telaio ma...appunto, solamente di quello. Deve essere la teoria della bici componibile: una ruota qui, una sella là...

sabato 2 ottobre 2010

Balotelli non si smentisce: stavolta entra in carcere

Ennesima dimostrazione di maturità del talento del calcio italiano: perchè, diciamolo, è ora di finirla di definire ragazzate tutte le stupidate commesse da Mario Balotelli che tra Brescia, Milano e Manchester ne sta combinando di tutti i colori, forte di quell'aurea del "mi è concesso tutto" e di un patrimonio economico che può consentirgli di distruggere vetture, pagare locali e tutto quel che ne consegue.
Ieri è entrato in carcere a Verziano (come riportato da Bresciaoggi nell'edizione odierna), zona sud di Brescia. Come? Ha visto il cancello aperto e voleva vedere come era dentro e ha pensato bene di parcheggiare la sua macchina all'interno della casa di reclusione: forse non sa che non si tratta di un monumento o di un museo ma di una zona di sicurezza dove quel cartello giallo con la scritta nera "Limite invalicabile" non è un elemento di decoro. A volte, se proprio non si ha capacità di analisi, basterebbe leggere. Chissà se ha sentito lo stesso irrefrenabile desiderio di "conoscere" passando davanti all'Arena di Verona, a Santa Giulia al museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

venerdì 1 ottobre 2010

Quando subire una minaccia è un'abitudine

Ho sentito solo stamattina dell'agguato teso al direttore di Libero Maurizio Belpietro, bresciano di nascita, corrispondente per Bresciaoggi prima di migrare verso altri lidi. Leggendo quanto accaduto, di un uomo vestito con una camicia simile a quella in dotazione alla Gdf,  degli spari per metterlo in fuga, mi viene da pensare che forse si sta toccando davvero il fondo. O meglio, che il fondo, è sempre più profondo di quel che sembra.
Detto questo, credo che Maurizio Belpietro non sia esattamente la persona più simpatica e accomodante che cammini sul territorio italiano: ma in ogni caso è un professionista con le sue idee che porta avanti sulle testate che ha sempre diretto. Mi ha fatto specie, dopo l'agguato milanese, le dichiarazioni di Belpietro: "vivo sotto scorta da 8 anni, sono abituato alle minacce ma non pensavo potessero arrivare a questo punto. Mi sembra qualcosa di più di una minaccia".
Può, un giornalista, essere abituato alla minaccia? Forse bisognerebbe fare una riflessione sul senso della categoria, composta, secondo il sindaco di Adro Oscar Lancini, "da persone poco ragionevoli". Non vorrei che la caccia al bersaglio facile (la stampa sempre a caccia di colpi ad effetto), in un momento in cui distogliere l'attenzione dalle vicende cardine del paese è una questione prioritaria, sia diventato un piacevole diversivo.
Abituarsi alla minaccia, è una delle cose peggiori che possano capitare in un paese che si definisce civile e democratico.

giovedì 30 settembre 2010

Un gatto posseduto da Satana

E poi si chiedono come mai i gatti non mi piacciono: sono animali pericolosi, io l'ho sempre sostenuto, del resto hanno l'indole felina.

In ogni caso il gatto del video mi sembra un tantino più feroce rispetto alla media dei suoi simili. Non so se dipenda dalla gabbia, dalla telecamera o semplicemente dal suo essere un animale. Mah...

mercoledì 29 settembre 2010

Il pesce da Teresina a Cesenatico

La spiaggia al di là del vetro: e il pesce in tavola. Il ristorante da Teresina, viale Trento, Cesenatico, a pochi metri dal grattacielo e a 200 metri dal porto Canale, è senza dubbio un posto dove gustare dell'ottimo pesce a prezzi ragionevoli.
Per iniziare, in un ambiente giovane e accogliente, abbiamo ordinato antipasto freddo e caldo: gamberoni, cozze, vongole, capesante. Come secondo piatto, accompagnato da un Pinot magari non fresco al punto giusto, un abbondante fritto misto decisamente gradevole e del pesce in padella, del crostacei misti alla marinara. Caffè, biscottini e via alla cassa. Il conto è stato di 174 euro in 4 persone: 43 euro a testa ma senza dubbio l'esperienza è stata positiva.

Impagabile poi la passeggiata in spiaggia appena fuori dal ristorante. Gradita la prenotazione, specialmente se si vuole restare vicini alla finestra sulla spiaggia.

martedì 28 settembre 2010

Cesenatico e il pirlo high cost

Il pirlo è di origine tipicamente bresciana e quindi capisco che, fuori dalla nostra provincia, i costi di importazione possano in qualche modo provocare degli aumenti. Ma a Cesenatico, bar Garibaldi, sul porto Canale, hanno davvero esagerato.
Quattro pirli, con quattro fette di salame, patatine e olive sono stati serviti alla modica cifra di 24 euro: esatto, praticamente il 20 percento in più rispetto alla pur cara piazza Arnaldo di Brescia dove, mi sia concesso, il "mangiarino" è decisamente migliore. Detto questo il pirlo era dignitoso, almeno non hanno risparmiato sul Campari: pagato comunque a peso d'oro.

domenica 26 settembre 2010

Se Desenzano perde un pezzo di lago....

Un megaprogetto per sistemare una zona di Desenzano che da 50 anni rimane uguale e che, onestamente, avrebbe bisogno di una sistemazione.


Si tratta della parte di Lungolago compresa tra la spiaggia Feltrinelli, una di quelle più importanti di Desenzano, dove buona parte dei desenzanesi avrebbe imparato a nuotare (la mia generazione lo ha fatto alle piscine comunali, arrivate solo nel 1988). Leggo su Il giornale di Brescia di un’idea di creare una piattaforma che galleggia su della palizzate che, su un tratto di 700 metri (dalla Feltrinelli fino al Desenzanino sostanzialmente) penetri nel lago per una decina di metri, creando, con un disegno a onda, una piattaforma di 7500 metriquadri da adibire a non so bene cosa. Difficilissimo diventi una spiaggia, più facile che resti una grande passeggiata e, forse, un grande solarium specialmente nella zona verso il Desenzanino.

All’interno del progetto pare che la spiaggia del Desenzanino venga poi ampliata per «compensare» almeno a livello di metratura l’eliminazione della spiggia Feltrinelli.

Il dibattito è aperto: ha senso un intervento del genere con una «copertura» notevole del lago? Che tipo di intervento si potrebbe comunque fare per sistemare una zona centrale di Desenzano che ormai mostra tutti i segni del tempo e che, rispetto al lungolago ricostruito dall’altra parte del centro storico, nutre un innegabile complesso di inferiorità? E i costi? Per la realizzazione verrebbero utilizzati i soldi garantiti dall’urbanizzazione di un’ampia area alle Grezze.

Personalmente non voglio scendere nei particolari e fare l’ambientalista di turno: certo è che, da cittadino, mi spiacerebbe vedere «coperto, cancellato» una parte di lago. Dall’altra mi piacerebbe anche vedere quella zona maggiormente curata a aggiornata con la realtà desenzanese. In fondo, interventi simili (penso a Sarnico, ma anche a Riva del Garda) hanno dato dei risultati piuttosto interessanti. Resto dubbioso, in attesa che un’idea in merito prenda forma e sostanza.

sabato 25 settembre 2010

La scuderia, di Luca Dal Monte. Una splendida lettura

Ho appena finito di leggere il romanzo di Luca Dal Monte, attuale addetto stampa della Maserati. "La scuderia", questo il titolo, racconta una spy story ambientata negli anni '30 e poggiata sulla rivalità tra scuderia Ferrari e Auto Union per la supremazia motoristica alla vigilia della seconda guerra mondiale.
Nel libro sono tratteggiati spendidamente personaggi storici dell'automobilismo mondiale, da Rosemayer a Nuvolari, da Farina a Varzi. Non poteva mancare il grandissimo Enzo Ferrari, così come la nebbia di Modena e la componente femminile, con una "donna fatale" che di fatto regge da sola l'impianto giallo del romanzo.

Merita di essere letto: per gli appassionati di auto è un salto indietro di 70 anni e anche l'occasione per conoscere, o semplicemente sognare, un'epoca motoristica che ormai non esiste più.

In vendita in tutte le librerie, edito da Baldini e Castoldi: prezzo di copertina 18 euro.

venerdì 24 settembre 2010

La città, fabbrica di anticorpi. Mah

La città fa bene. Sarebbe quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici che, dopo una serie di analisi, avrebbero scoperto come gli abitanti nelle grandi città sarebbero dotati di una variante al Dna che li renderebbe maggiormente resistenti a malattie come la tubercolosi e la lebbra.


Ora, detto che la ricerca, in quanto scientifica, avrà sicuramente un fondo di verità, mi chiedo se non si prendano in considerazione altri parametri per definire come in una città si stia bene. Mi riferisco allo stress provocato da ritmi frenetici, dallo smog, dalla facilità con cui l’individuo è in grado di non essere percepito. In altre parole mi pare che, nelle metropoli, sia difficilissimo ammalarsi di tubercolosi ma molto semplice vivere nella solitudine o soffrire di patologie da stress.

Qualche giorno fa, per lavoro, sono stato in un paesino di 700 abitanti sopra la città. Per strada i nonni camminavano a un ritmo impensabile, le panchine erano tutte piene. In uno dei due bar del paese, un bicchiere di vino dura quasi un’ora. Impensabile: una sorta di elogio alla lentezza. Forse, lo scampolo d’assenza dai ritmi metropolitani in cui rifugiarsi mi piacerebbe parecchio. In ultimo, ma non per questo meno importante, in quel paesino non prendeva il telefono: un disastro per la contingenza strattemente personale, una manna per chi vuole fuggire da ritmi cui onestamente ci siamo ormai abituati ma che definire salutari mi pare francamente un eufemismo.

In tavola...la trota affumicata

Ho provato un'esperienza culinaria nuova di zecca: niente ristoranti, niente guida gastronomiche. Solo la curiosità che ha guidato l'acquisto, in Trentino, di una busta di trota affumicata.
Dopo averla estratta e sfilettata, deve essere mangiata così, senza essere cotta: il gusto è gradevolissimo, affumicato ma al tempo stesso delicato, accanto agli ultimi pomodori raccolti nell'orto. Come vuole la mia personalissima tradizione le ho abbinato un Lugana, vino delle mie terre. Da riprovare, peccato che dalle mie parti (Brescia) non sia per niente facile da trovare. Anzi...chi ha suggerimenti...me li dia.

giovedì 23 settembre 2010

Brescia, alle porte del sogno

Non so quando ricapiterà di vedere il Brescia secondo in serie A. Non so, forse nel prossimo goubileo, forse mai. Certo peró fa un gran bell'effetto vedere la banda di Iachini, condottiero equilibrato e saggio, subito alle spalle dell'Inter.
Lo so, è un sogno. Perchè non potrà durare, perchè i valori sono altri e la classifica, bella, da brividi, è frutto di un avvio di stagione fortunato (leggi arbitro Russo) e caratterizzato da un portiere super capace di garantire da solo 4-5 punti in 4 partite. Troppo per pensare che siano le fondamenta per costruire un gioco che duri.
Ci sarà da soffrire, per ora il Brescia è alle porte del sogno. Fare risultato a Bari darebbe altra linfa ad una squadra che deve ancora crescere. Per avvicinarsi alla porta e, chissà, oltrepassarla. Consapevole che i valori sono altri

mercoledì 22 settembre 2010

Byron Moreno, in mezzo alle gambe...la beffa

Chissà se ha riempito lo spazio vuoto lasciato dalla mancanza di attributi: chissà se il traffico internazionale di droga serviva ad arrotondare gli incassi post mondiale coreano. Ma per Byron Moreno, l'arbitro che nel 2002 cacciò fuori l'Italia di Giovanni Trappattoni dal mondiale a mandorla, è finito in carcere a New York con l'accusa di traffico internazionale di stupefacenti. L'arbitrino, o meglio, l'ex arbitrino, quello con la faccia da bambolotto e l'espressione da rimbambito cronico, è stato pizzicato con 6 chili di droga nascosta nelle parti intime.
Della serie, nessuno gli ha spiegato che con 6 chili in mezzo alle gambe anche per il più disinvolto dei ballerini la deambulazione potrebbe essere complicata? In ogni caso, Moreno è finito in carcere anche se non è dato sapere quanto ci resterà.
Detto questo, lui che a Cento, ospite strapagato, disse che gli italiani non sanno perdere, credo che la nazione intera, che si sentì presa per i fondelli quasi come per la mancata convocazione di Baggio da parte del Trap, gli possa ora rispondere che, non sapendo perdere...sappiamo godere. E parecchio.
Ora, the last but not the least, la vendetta sul Moreno non cancella il suicidio di un ct che in Corea e Giappone portò uno come Cristiano Doni. Meglio un Baggio buddista che un Doni cristiano. Specialmente nell'estremo Est del pianeta.

martedì 21 settembre 2010

Sei (6) buoni motivi per non iscriversi a Facebook

Da chi non te lo aspetti. Il direttore dell’edizione britannica di Wired, David Rowan, non ha un profilo di Facebook e nemmeno di un altro socialnetwork. Al di là del suo ruolo specifico, di direttore di una rivista che si propone di spiegare la tecnologia e il web 2.0 al resto del mondo, fanno riflettere i motivi che lui stesso adduce a questo suo silenzio social. E, forse, non ha proprio tutti i torti anche se oggi, con 500 milioni di utenti, si trova in netta minoranza.
Di seguito i suoi 6 motivi per il "Facebook no grazie".
1. Le aziende private non fanno i vostri interessi

Facebook e Google sono società nate per fare soldi dando la possibilità agli inserzionisti di sapere con precisione cosa vi piace e cosa no, accedendo ai vostri like, interessi, fotografie e connessioni sociali. Questo spiega la complessità dei vari settaggi sulla privacy. Per esempio, il disclaimer sulla privacy di Facebook in inglese è passato dalle 1.004 parole del 2005 alle 5.830 di oggi (e, come fa notare il New York Times, la Costituzione americana ne ha 4.543). Rowan ammira l’impero messo in piedi da Mark Zuckerberg, ma non si fida di lui.

2. Internet non dimentica
«Quando si è giovani, si fanno errori e parecchie cose stupide» ha detto Obama agli studenti di un liceo in Virginia. «State attenti a cosa pubblicate su Facebook, perché nell’era di YouTube qualsiasi cosa farete potrà essere tirata fuori in futuro». Tutti abbiamo bisogno di spazio per crescere, sbagliare e cambiare. Come ha detto lo scrittore Jaren Lanier, se Robert Zimmerman — un ragazzino di una piccola città del Minnesota — avesse avuto Facebook, sarebbe diventato il Bob Dylan newyorkese?

3. Le informazioni che date per qualcosa, verranno usate anche per qualcos’altro…
I database con le nostre informazioni si stanno intersecando sempre di più. Rowan fa un esempio estremo, ma non troppo: ordinate una pizza per telefono, e il computer che prenderà l’ordine accederà anche al vostro curriculum, ai voti che avete preso in passato, ai prestiti in biblioteca. E l’impiegata della pizzeria vi proporrà opzioni in base ai risultati che leggerà, come una pizza al tofu in caso siate grassi. E i sondaggi mostrano che già il 35 per cento delle aziende rifiutano i candidati per le informazioni che trovano sui social network.

4. …e c’è la buona possibilità che vengano usate contro di voi
Mark Zuckerberg direbbe che, in un mondo più trasparente, «tu hai una sola identità, e stanno per finire i giorni in cui avrai maschere differenti per i tuoi colleghi e per le altre persone che conosci». Ma questo è solo un lato della medaglia: un ex partner vendicatore (o vendicatrice), un collega rivale o un avversario politico potrebbero selezionare le vostre informazioni per danneggiarvi, modellando così la vostra identità in maniera disonesta.

5. Poi facciamo casino, e diamo più informazioni di quel che vorremmo
È molto semplice, spesso ci si può sbagliare e pubblicare qualcosa di privato senza accorgersene. Per capire quanto, Rowen consiglia una visita su youropenbook.org e una ricerca veloce di frasi come “cheated on my wife” o “my new mobile number is” (“ho tradito mia moglie” e “il mio numero di telefono è”).

6. E oltrettutto, perché vendere a un’azienda le proprie conversazioni?
Un giorno leggerete quelle 5.830 parole e vi accorgerete che Facebook detiene il diritto di fare più o meno ciò che vuole con i vostri dati, compreso venderli a chiunque paghi abbastanza. Sì, dice Rowan, Facebook è gratis, ma con mezzo miliardo di utenti che lo usano è ora di chiedersi quanto stia facendo bene o male alla società.

Onestamente ne condivido pochissimi...però indubbiamente solleva delle questioni che meritano di essere approfondite anche se il "meglio tardi che mai" mal si addice ad un colosso come Facebook.

lunedì 20 settembre 2010

Se la lotta alla mafia parte dall'estero

Ho letto su Malitalia, sito Internet che seguo, il post di Laura Aprati, un'amica, collega giornalista, che un anno fa è uscita in libreria con il libro documentario (in allegato c'era anche un dvd) in cui parla di mafia e ndrangheta, camorra e quant'altro. Il libro è una serie di approfondimenti, interviste a uomini, donne, carabinieri e poliziotti.
Nel suo ultimo post Laura racconta della presentazione del suo libro, scritto insieme ad Enrico Fierro, al festival internazionale della letteratura di Berlino: nel suo racconto spuntano domande, riflessioni, ma anche le ribellioni di chi non ha voluto, e sono italiani migrati all'estero, che Berlino diventasse come Casal di Principe. In fondo, però, viene un briciolo di rabbia vedere come una piccola comunità di italiani di Berlino abbia creato un movimento e un'opinione che noi, qui in Italia, non abbiamo saputo creare. Creando delle grandi bolle di vuoto.

Mille Miglia, ecco il percorso 2011

Come anticipato su Bresciaoggi, ecco il percorso della Mille Miglia edizione 2011, la celebre rievocazione della mitica corsa automobilistica che dal 1927 al 1957 ha creato un mito.
La manifestazione dovrebbe partire da Brescia giovedì 12 maggio per arrivare fino a Desenzano, Sirmione, Peschiera, quindi Guidizzolo e Ostiglia prima di transitare da Ferrara (la vera novità del percorso) prima di chiudere la prima tappa a Bologna.
Venerdì 13 le vetture lasceranno Bologna, quindi San Marino, San Sepolcro (pranzo), l'Umbria, Spoleto, il Terminillo prima della grande discesa verso Roma dove arriveranno in parata a Castel Sant'Angelo.
L'ultimo giorno il percorso non dovrebbe subire variazioni rispetto alla tradizione: da Roma a Viterbo, Radicofani, Siena, Firenze, la Futa, la Raticosa prima di attraversare nuovamente Bologna e risalire verso Brescia dopo aver sfiorato Modena, Parma e Cremona.
Per Brescia sarà come sempre una grande festa che per quattro giorni animerà il centro cittadino e porterà sulla strada migliaia di bresciani per far rivivere uno dei marchi di fabbrica della cultura made in Brescia.

domenica 19 settembre 2010

Vesco-Guerini vincono il Nuvolari

L'equipaggio bresciano Vesco-Guerini su Fiat 508 del 1934 ha vinto il trofeo Nuvolari precedendo di un soffio l'equipaggio siciliano Passanante-Messina. Al terzo posto, ma vincitori morali perchè autori di una gara con il minor numero di penalità, la coppia Fortin-Pilè. Solamente quarto uno dei grandi favoriti della vigilia, Giuliano Canè in coppia con la moglie Lucia Galliani.

sabato 18 settembre 2010

Nuvolari: dopo 35 prove comanda Fortin

Dopo 35 prove, e con la carovana ormai quasi in dirittura d'arrivo a Rimini, al comando del Trofeo Nuvolari c'è sempre il bresciano Fortin (82 penalità) che precede nettamente il valtriumplino Vesco (123 penalità) e il bolognese Giuliano Canè (137penalità). Ha perso invece contatto con le posizione di testa il bresciano Cibaldi anche se gli scarti (ogni concorrente può cancellare la peggior prova) potrebbero ulteriormente mescolare le carte facendo tornare in gara sia Cibaldi che Moceri, attardato con la sua Alfa Romeo del Museo di Arese.

Nuvolari: dopo 20 prove in testa Fortin

Dopo 20 prove in testa al Gran Premio Nuvolari l'equipaggio bresciano formato da Fortin-Pilè su Fiat 600 del 1957. L'equipaggio sebino ha totalizzati 49 penalità su 20prove precedendo Raimondi-Adorni (71) e Vesco-Guerini (75).  Quarto classificato Canè-Galliani (80) mentre Cibaldi-Costa resistono nelle zone alte con un sesto posto frutto di 84 penalità.
In serata, dopo aver superato il circuito di Montenero (Livorno) la carovana raggiungerà Rimini con alle spalle già 40 delle 50 prove speciali previste.

Trofeo Nuvolari, grande gara in corso

E' partito ieri e si concluderà domani il Gran Premio Nuvolari, la seconda corsa per importanza dopo la Mille Miglia riservata alle auto storiche. Al via ci sono tutti i migliori, da Canè, vincitore dell'ultima Freccia Rossa fino a Fortin, vincitore del Trofeo Lumezzane valido per il campionato italiano. In gara anche Ferrari, Moceri, Cibaldi, Salvinelli, Mozzi, l'argentino Sanchez e Rampello, secondo a sorpreso proprio a Lumezzane due settimane fa.
Dopo la punzonatura a Mantova, ieri sera le vetture sono arrivate a Pisa: dopo 15 prove speciali al comando c'era Fortin su una Fiat 600 del 1957 davanti a Sanchez (Amilacr del '26) e Raimondi (Bmw328 della scuderia Loro Piana). Quarto posto il Cibaldi mentre Canè era fermo al sesto posto seppur dopo sole quindici prove. Alcuni problemi di cui al momento non ho notizie hanno fermato Moceri, al 105esimo posto della classifica generale e con un sacco di penalità accumulate sulla Cisa.
La classifica in tempo reale è possibile seguirla sul sito Internet delle corsa, seguendo ogni passaggio cronologico e potendo quindi ricostruire penalità dopo penalità l'andamento della corsa. Stasera le macchine arriveranno a Rimini e domani torneranno a Mantova completando le 50 prove speciali. Seguiranno aggiornamenti.

venerdì 17 settembre 2010

Roberto Guana e un cerchio che si chiude

In fondo, c’è sempre una prima volta. E lui, Roby Guana, sapeva che prima o poi sarebbe arrivata, fortemente voluta: con la ragione del calciatore, per misurarsi contro quella squadra che l’ha cresciuto fino alla serie A, con la ragione del cuore, quella del tifoso, del bresciano purosangue, quella che, «la maglia blu con la V bianca» in fondo ce l’ha annodata attorno al cuore, a dispetto dei giudizi sempre troppo frettolosi, di quello che è stato fatto e non detto, di ciò che, in molti, non hanno compreso.


Roberto Guana, 29 anni, ragazzo di Capriano del Colle cresciuto con le stigmate del trequartista moderno e affermatosi giocando venti metri più indietro, il Brescia non l’ha più incontrato: da quel giorno di marzo in cui con Lele Adani diede vita ad uno dei gesti più clamorosi che la storia biancoazzurra ricordi. Via da Brescia, via dal Brescia: fermo sei mesi, poi Ascoli, neopromosso in serie A, mentre a trecento chilometri, il Brescia, ripartiva da Maran e da una serie B «meritata» per un solo punto di differenza. Poi, dopo l’esaltante esperienza marchigiana, ecco la Sicilia, terra che regala calore anche a chi viene dal freddo e dalla nebbia. E Guana è pronto ad accoglierne a tonnellate: conquista Palermo e i palermitani, gioca sempre, non segna mai, passano gli allenatori centrifugati da Zamparini ma lui resta sempre al suo posto. Fino al prestito bolognese: Guana «ritrova» un pezzo di Brescia, Emiliano Viviano che era il terzo portiere biancoazzurro quando Guana era il titolare del centrocampo. Un’altra stagione da protagonista, un gol, solamente, ma sufficiente ad entrare nel cuore dei bolognesi. Nel frattempo quel Brescia con la maglia azzurra e la V bianca, costruito da un allenatore che da giocatore gli somigliava tanto, torna in serie A. L’estate passa, Guana approda al Chievo: una famiglia, una società che difficilmente sbaglia programmazione e obiettivo. Il cerchio si chiuderà nella sfida al Bentegodi: nei suoi occhi, quella maglia azzurra con la V bianca che ha indossato per dieci anni, dal settore giovanile fino alla serie A. «El tigre», come l’aveva ribattezzato Roberto Baggio, di fronte alla Leonessa. In fondo, doveva accadere.

Eliana Cartella, l'idiozia di un pensiero

Il bello è che, questa volta, Chiambretti, ieri sera nel corso di "Chiambretti Show" non si era nemmeno avvenutrato in una domanda tranello. Perchè la provocazione, forse troppo smaccata per essere vera, non è stata capita solo dalla destinataria, la biondissima e brescianissima Eliana Cartella, la ragazza, aspirante Miss, passata in un'estate da Renzo Bossi e Mario Balotelli prima di tentare l'avventura a Salsomaggiore. Chiambretti: "Secondo lei Bossi se l’è presa quando l’ha vista con Balotelli perché quest’ultimo è un uomo oppure perché è nero?” La bionda Eliana ha risposto senza esitazione. "C‘è rimasto male perché è nero… Insomma la fidanzata di un leghista non si può far fotografare con un nero!". Della serie....se fossi uscita con Santon, prodotto del Triveneto leghista e operaio, forse il buon Trota mi avrebbe fatto un regalo. Ahi ahi ahi Cartella....brutto scivolone. Il sospetto, anzi, la certezza, è che la sorella del buon Mario, Abigail, quando ha detto di sapere chi vorrebbe al fianco del fratello, non si riferisse certamente alla pur bellissima barista di Castelmella.

giovedì 16 settembre 2010

Ibrahimovic-Sacchi, il video



Ecco il video dello scontro verbale tra Arrigo Sacchi, ex allenatore di Milan, Italia e Real Madrid, e Zlatan Ibrahimovic, decisivo per la vittoria dei rossoneri di Allegri sull'Auxerre. Certamente lo svedese non ha fatto bella figura e non penso nemmeno possa essere ad esempio per quei tantissimi bambini che avranno chiesto ai genitori la maglia numero 11 del Milan come ricordo del loro idolo. Che, magari, potrebbe anche capire che in quanto stella del calcio mondiale è sottoposto alle critiche di tutti, anche degli integralisti come Sacchi, uno che ama il centravanti utile alla squadra rispetto alla stella di prima grandezza (Sacchi voleva cedere Van Basten per Jonny Bosman, tanto per capirci). In ogni caso anche il buon Arrigo ha pieno diritto di critica. Come tutti del resto.

Ibrahimovic Sacchi, esempio di maleducazione svedese

Forse a Ibrahimovic devono spiegare, oltre ai movimenti senza palla che pure deve fare, che Mediaset è di proprietà di Berlusconi e che Arrigo Sacchi è un monumento della storia rossonera e che quindi deve essere trattato con educazione e rispetto.
Certo è che quello andato in onda sul digitale di Mediaset ieri sera ha del grottesco: Ibra, appena celebrato dagli opinionisti, intravede ospite in studio da Foroni e Pistocchi Arrigo da Fusignano. E lo svedese parte all'attacco: "Sacchi deve imparare a stare zitto perche' anche a Barcellona mi sono sempre espresso bene. Se deve dire qualcosa deve venire da me, non in televisione". Sacchi, aiutato da Pistocchi, suo fedelissimo, replica. "Gli opinionisti esprimono opinioni". Lo svedese rincara da dose: "Se non ti piace come gioco non guardarmi". La chiusura di Arrigo: "Qualcuno prima o poi dovrà insegnarti l'educazione". E Ibra se ne va. Forse, qualcuno dovrà almeno spiegargli che andare a Mediaset e prendersela con Sacchi è come andare dal Papa e prendersela con Padre Pio.

mercoledì 15 settembre 2010

Buon compleanno Genio del Montenegro

Mi ha fatto gioire. Mi ha fatto urlare di gioia una sera di maggio, 1994, quando vidi un pallonetto diabolico per pensiero ed esecuzione morire alle spalle di Zubizarreta in una finale di Champions League tra Milan e Barcellona. Oggi Dejan Savicevic, il Genio del Montenegro, croce, qualche volta, delizia, molto più spesso, dei tifosi rossoneri, compie 44 anni. Nel Milan ha giocato 6 anni, 97 partite, non tantissime, 20 gol, sufficienti per far vedere cose per molti nemmeno immaginabili.
Savicevic ha acceso la mia fantasia di teen ager: nel calcio che stava cambiando, con i muscoli preferiti alla suola, con la corsa preferita alle idee, lui è stato uno degli ultimi poeti del calcio. Un numero 10 vero, un diavolo che faceva cose da fata. Si, una fata del pallone, che usciva dalla lampada del Genio del Montenegro. Tanti auguri.

Una sera...il cous cous tra amici

Ammetto che l'invito a cena del mio amico Cof mi aveva lasciato perplesso: che lui fosse un cuoco provetto era fuori dalla mia immaginazione, che mi proponesse una cena con cous cous però mi ha stuzzicato non poco.
E così, lunedì, verso le 17 ho fatto capolino nella sua casa di Peschiera per assistere alla preparazione in vista della cena. Alla fine ha optato per il cous cous di carne, con il pollo, condito anche con delle verdure e un filo di menta. Io poi ho aggiunto dell'olio piccante sperando, invano, che favorisse la dipartita del raffreddore.
Tutto sommato il cous cous mi è piaciuto, e anche il Lugana fatto in casa, cui ha seguito il Fragolino fatto sempre in casa (vero Erica?), hanno fatto la loro parte. Senza dubbio non si tratta di un piatto tipico della nostra tradizione gardesana, ma di un'escursione nella vita nordafricana anche se, per fare davvero la pagella al Cof, dovrei assaggiarne uno autentico...

martedì 14 settembre 2010

Dieci anni fa, un Codino a Brescia

Dieci anni fa il Brescia prese Roberto Baggio. Ad oggi, senza dubbio il colpo più grande della gestione Corioni. Baggio, inutile celebrarlo, riempì il Rigamonti, portó Brescia in Europa, seppur con un viaggio in terza classe chiamato Intertoto.
Regaló magie a ripetizione, quattro salvezze anche se forse non venne usato, fuori dal campo, come sarebbe stato necessario. Ricordo la gioia del giorno del suo acquisto, la sensazione di far parte di un altro sport. Non me ne vogliano i biancoazzurri di oggi, ma nessuno è vicino al Codino di ieri. Anzi, dell'altroieri.

domenica 12 settembre 2010

Balconing, morto un italiano a Ibiza

Dopo quanto scritto in un mio post lo scorso luglio, ecco che un italiano è morto a Ibiza facendo "balconing", l'ultima moda in voga sulle isole spagnole. Praticamente, come ormai noto, si tratta di un gioco che prevede tuffi in piscina dal balcone della propria camera d'albergo.
Sostanzialmente, detto che all'idiozia non c'è mai limite, bisognerà trovare il sistema di evitare che questo possa accadere di nuovo: un inglese di 25anni è morto la settimana scorsa, un italiano di 26 questa mattina. Si tratta di un ragazzo del nord Italia, le generalità non sono ancora state rese note. Che le camere d'albergo debbano diventare come stadi? Con le reti per evitare che la gente si butti dal balcone? Beata stupidità.

sabato 11 settembre 2010

Una cena alla Taverna Picedo, Polpenazze

Una sera a Polpenazze: un borgo spesso trascurato, almeno da me, a pochi chilometri dal Garda e immerso nel verde della Valtenesi. Sono stato a cena alla Taverna Picedo: prenotazione consigliata, una vasta scelta di primi e secondi e una buona carta dei vini, con oltre cinquanta bottiglie disponibili.
Il parcheggio non è ampio, infatti trovare posto è piuttosto difficile anche se il ristorante non è pieno: la terrazza, consigliata, è uno splendido balcone sul Garda. Si vede tutto il lago, da Desenzano a Sirmione, nelle sere più belle non è difficile scorgere anche le luci della costa veronese.
Per iniziare, abbiamo ordinato due antipasti: uno strudel di porcini e formagella di Tremosine, e un piatto di salumi con le verdure fritte. Di seguito due portate di carne: manzo all'irlandese e nodino alla griglia. Tutto piuttosto buono, così come il Teroldego Foradori con cui ho accompagnato la cena. Per dolce due tiramisù con i savoiardi fatti in casa: buono, ma niente di entusiasmante. Il prezzo? 101 euro, arrotondati per difetto a 100 euro.

Attentato alle Torri Gemelle: 9 anni dopo

Oggi è inevitabile non pensare a quel pomeriggio (italiano) in cui il mondo venne sconvolto dall'attentato alle Torri Gemelle: personalmente ero appena tornato dalla spiaggia, con il mio amico Michele. Ci ritrovammo, ragazzi di 21 anni, incollati al televisore a vedere quegli aerei finire contro quei mostri di acciaio e cemento. Così grossi e impotenti, fragili e senza equilibrio.

Sono passati nove anni da quell'attentato: alcuni colpevoli, probabilmente pedine di pedine, sono anche stati presi. I manovali sono morti in quegli aerei; i mandanti, i vertici di Al Qaeda, Bin Laden, continua ad essere imprendibile nascosto in qualche pertugio inesplorabile. Migliaia di persone sono morte nelle torri e tutto attorno. Le vittime degli attentati furono 2974, esclusi i diciannove dirottatori: 246 persone morirono su quattro aeroplani. Furono più di 90 i paesi che persero cittadini negli attacchi al World Trade Center.
Le immagini di quei corpi che si buttano, di quei vigili del fuoco che tentano di salvare il salvabile. Penso che, per la mia generazione, quelle immagini resteranno scolpite nella nostra memoria come e più del primo bombardamento su Baghdad.
In molte città hanno intitolato eventi, parchi, monumenti: in fondo, anche le testimonianze come queste servono per non dimenticare.

venerdì 10 settembre 2010

Italia, paese di impiccioni

Qualche giorno dopo le parole del senatore a vita Giulio Andreotti sull'avvocato Giorgio Ambrosoli, assassinato nel 1979 "In termini romaneschi si può dire che Ambrosoli se l'andava cercando" mi ha fatto riflettere il Buongiorno odierno scritto da quel fuoriclasse di Massimo Gramellini su La Stampa. Inevitabile, pensando ad Ambrosoli e alle dichiarazioni di Andreotti andate in onda su Rai Tre non pensare anche a quelle decine di persone (giudici, giornalisti, poliziotti, sacerdoti) che hanno perso la vita nel tentativo di difendere gli oppressi smascheranno i malfattori. Tutti questi, se la sono andata cercando? E' questo il messaggio che vuole far passare Andreotti? "Cari ragazzi, fatevi gli affari vostri, non impicciatevi di quello che accade perchè non si sa mai quel che può accadere".
Forse non sono queste le basi su cui bisogna ricostruire un paese come il nostro. In coda allego una canzone di Ligabue, "Buonanotte all'Italia) in cui alcuni versi mi fanno sempre riflettere "c'è il muschio ingiallito dentro questo presepio/ che non viene cambiato, che non viene smontato/ e zanzare vampiri che la succhiano lì/ se lo pompano in pancia un bel sangue così". Un approfondimento sul tema è stato scritto anche da Marco Toresini sul suo blog.

giovedì 9 settembre 2010

Sui tacchi e di corsa: si può

Cercando nella Rete del materiali sull'uso delle scarpe con il tacco (ammetto, cercavo un sondaggio che premiasse le mie idee) mi sono imbattuto in questo video su You Tube che mi ha messo a conoscenza di una manifestazione sportiva unica ed esilerante. La maratona con i tacchi: si è corsa a Milano qualche mese fa. Le regole erano le stesse di ogni maratona, più quella, inevitabile, dell'obbligo del tacco. Certo...con le ballerine si corre meglio.

Brescia, schermi al plasma in stazione

Super sorpresa ieri sera quando sono andato in stazione per prendere il treno che mi avrebbe riportato a casa: ad ogni binario, appesi ai pilastri, c'erano attaccati 3 maxischermi che mandavano in onda immagini tratte da non so quale canale. E, clamoroso, si sentiva pure l'audio.

Ad occhio e croce alla stazione di Brescia ne sono stati installati almeno una trentina: non voglio conoscere i termini dell'operazione, certamente però sarei pronto a rinunciare a qualche minuto di "visione" in cambio di treni puntuali e puliti. Sempre che, dando per scontato il ritardo, Trenitalia cerchi almeno di rendere più comoda l'attesa. In quel caso a Brescia non guasterebbero nemmeno alcune sedie in più rispetto alle 18 sistemati nell'atrio d'ingresso. Un po' pochine.

mercoledì 8 settembre 2010

La collezione cresce con la Domenica del Corriere

Stamattina sulla scrivania ho trovato un tubo di carta: all'interno, come aspettavo da qualche giorno, la "Domenica del Corriere" del 26 maggio 1957. Un'edizione che potrebbe sembrare insignificante se non fosse quella che, in copertina, porta l'illustrazione dell'incidente che ha coinvolto a Guidizzolo il pilota spagnolo Alfonso De Portago e il suo navigatore Eddy Nelson. Nello schianto morirono anche nove spettatori, tra cui cinque bambini.
Quell'incidente portò alla cancellazione di tutte le gare di velocità su strada e di fatto mise la parola fine alla Mille Miglia storica, sostituita nel 1977 dalla Mille Miglia di regolarità riproposta dall'Aci di Brescia e dalla Marva, una società bresciana andata poi in liquidazione.
Di quel drammatico incidente, oggi rimane un monumento a Guidizzolo per ricordare una tragedia che a modo suo ha segnato un paese, delle famiglie e messo fine ad una manifestazione che per qualche ora paralizzava tutta Italia.

martedì 7 settembre 2010

Trofeo Lumezzane, una bella giornata e un insegnamento

Due giorni dopo racconto la mia esperienza al Trofeo Lumezzane, valido per il campionato italiano di regolarità per auto storiche. Ho partecipato con il mio amico Giovanni Moceri: classifica alla mano siamo arrivati terzi anche se la fortuna ci ha (anzi mi) ha dato una grossa mano cancellando due prove speciali dove praticamente mi ero perso (il mio compito era appunto fare il navigatore). Nello specifico, e qui arriva l'insegnamento, mai fidarsi di chi ti precede: gli siamo andati dietro ed abbiamo fatto la frittata.
La fortuna ha poi voluto che queste due prove venissero annullate e che la nostra Alfa 1300 GtJunior tornasse clamorosamente in classifica: siamo arrivati terzi dopo una giornata tra la Valgobbia, la Valsabbia, il Garda, la Valvestino, la Valtenesi, l'hinterland bresciano e la Franciacorta prima dell'arrivo a Lumezzane.
Molto interessante, da profano, capire bene come funzionano le prove speciali, come si legge un road book e come bisogna sempre tenere alta la tensione per restare nella tabella di marcia prefissata. Per la cronaca, la classifica assoluta è stata vinta da Fortin con 91 penalità, al secondo posto Rampello con 96 e noi terzi con 97 penalità. Complessivamente non mi lamento di certo, mi sono anche divertito. Il mio mito Giuliano Canè, vincitore di 10 Mille Miglia, ha chiuso al quinto posto: ma è stato un piacere, come sempre, passare del tempo con lui.

sabato 4 settembre 2010

Il marketing si misura in centimetri di....tacco

Personalmente la trovo un'idea brillante: non solo perchè da sempre metterei al bando le ballerine, ma perchè sono seriamente convinto che una donna con il tacco sia decisamente più bella di una donna senza tacco. Tutto questo, si intende, senza sconfinare nei casi estremi. Comunque mi premeva segnalare l'iniziativa di una discoteca genovese, il Covo di Nord Est a Santa Margherita ligure che ha proposto una serata in cui le donne con un tacco di almeno di 8 centimetri non avrebbero pagato l'ingresso. E, come per magia, sono comparsi anche i tacchi 14. Complimenti all'ideatore....in barba a podologi e fisiatri che da sempre osteggiano il tacco superiore ai quattro centimetri.

venerdì 3 settembre 2010

Bentornato Antonio

Gli sembrerà di giocare più leggero;come se quella maglia, azzurra, non la indossasse: del resto non si può indossare una pelle, quella è semplicemente parte di noi: perchè la maglia del Brescia per Antonio Filippini è proprio una seconda pelle. Qualcosa che si lega all'anima, abito da sfoggiare ma anche corazza da cui proteggersi quando non tutto va come deve andare.
Antonio Filippini è tornato al Brescia: a 37 anni il centrocampista di Urago Mella può ricongiungersi con la casa madre dopo aver girato Italia e stadi, aver conosciuto esaltanti cavalcate (Palermo? Livorno?) e conosciuto concenti delusioni (Treviso, l'ultima Livorno): il gladiatore tornerà nella sua arena, ora toccherà a coloro che abitano gli spalti cercare di cogliere nella sua corsa, cattiva e nervosa, la voglia di dare l'ultima energia rimasta per la causa che ha sempre sentito sua. In bocca al lupo Geme....e noter de bresa som i pe bei

giovedì 2 settembre 2010

Analisi tecnica sul mercato della Juventus

Non tutti gli juventini sono stati in sintonia con il mercato dei bianconeri: tra favorevoli e contrari, nostalgici che sognano l'ennesima primavera di Del Piero, illusi che sperano che Motta sia un nuovo Cafù e che Pepe sia destinato ad essere un pilastro della rifondazione....vi propongo un video che fa un'analisi completa del mercato juventino. Buona visione....

mercoledì 1 settembre 2010

Stevanin, da serial killer a Francescano

Può una conversione arrivare anche da parte di chi ha commesso il più brutale dei crimini? Gianfranco Stevanin, meglio noto come il serial killer di Terrazzo (Verona), in carcere da 16 anni nella prigione di Opera dove sta scontando l'ergastolo per gli omicidi di sei donne brutalizzate, fatte a pezzi e sepolte nella campagna della bassa veronese tra il 1989 e il 1994, avrebbe deciso di convertirsi all'ordine francescano.
Da tempo viene seguito da un padre spirituale che avrà il compito di verificarne l'autenticità della vocazione: certo, fa riflettere come una persona in grado di ammazzare e seppellire diverse persone possa avvicinarsi così tanto a Dio da volerne diventare paladino.
Del resto, il vangelo dice che lo spazio per il pentimento è infinito: ma ne siamo proprio sicuri?

I ricordi della Bosnia in un cimitero online

1992-1995: tre anni di guerra, conflitti, bombardamenti che hanno colpito Sarajevo, Srebrenica e tutto quanto di "sensibile", quindi "umano" vivesse sul territorio bosniaco. Una guerra che si portò via 100 mila persone, morte, e altre 30 mila, attualmente disperse, in realtà decedute ma non ancora ritrovate e identificare.

Per non dimenticare, e per offrire un ricordo cui aggrappare una speranza, Ziyah Gafic, uno dei guru della fotografia internazionale, nei prossimi giorni metterà online il sito internet quest.ba, un grande cimitero online cui abbinare i nomi delle persone identificate nelle fosse comuni agli oggetti personali ritrovati. Si tratta, in verità, dell'ultimo passaggio di un lavoro ben più grande che sta tentando, dal 2001, di dare un nome e un cognome ai tanti resti umani ritrovati nel sottosuolo bosniaco, disseminati in fosse comuni, riemersi durante gli scavi per la costruzione di case o riaffiorati durante l'installazione di un traliccio per la linea telefonica.
La procedura, in verità, è piuttosto semplice anche se molto laboriosa, lunga e dolorosa per le famiglie bosniache: l'International Commission of Missing Person (Icmp), istituito nel 1996 per volere dell'Aja, ha raccolto il dna di migliaia di persone (69772 bosniaci) che hanno parenti dispersi in guerra. Quel dna, in laboratorio, viene catalogato con un codice a barre per garantire l'anonimato: quella stessa sequenza viene confrontata con quella "consegnata" dai resti ossei recuperati durante quasi tipo di scavo. Ove ci sia una compatibilità superiore al 99%, al resto umano viene immediatamente associato un nome e un cognome. In questo modo, in quasi 10 anni di lavoro, l'Icmp ha identificato quasi 5 mila dispersi consegnanfo alle famiglie un ricordo.
I resti "catalogati" in terra bosniaca
Per questo motivo, da due anni, Gafic gira senza sosta per la Bosnia a fotografare qualsiasi oggetto appartenuto a una persona morta: si tratta di medagliette, pettini, documenti, anche abbigliamento. Fotografie che, grazie al lavoro dell'Imcp, verranno abbinate ad un nome e ad un cognome per creare online un cimitero virtuale che nelle intenzioni di Gafic vuole essere un "monumento di immagini". Anche questo è un modo, al passo con i tempi, per non dimenticare.
I ritrovamenti in una fossa comune di Srebrenica

martedì 31 agosto 2010

I magnifici quattro....

Pato, Ronaldinho, Ibrahimovic e Robinho: se sono rose fioriranno, certo, hanno già acceso la fantasia dei tifosi e non è poco visti gli ultimi anni di purgatorio. L'ultimo giorno di mercato ha senza dubbio incoronato il Milan come regina del calciomercato con il grande colpo Robinho messo a segno solo tre giorni dopo l'acquisto di Zlatan Ibrahimovic.
Ora, toccherà ad Allegri gestire una macchina da spettacolo e gol di questa portata: certo, tra i precedenti ricordo anche un Milan con Savicevic, Baggio e Weah che non andò benissimo...vero Tabarez? Ora però, nelle possibilità di Allegri c'è anche un Milan con il 4-2-3-1 con Ronaldinho mezzapunta centrale, dietro a Ibra e incastonato tra Pato (a destra) e Robinho (a sinistra). Se son rose....fioriranno. Altrimenti resteranno i sogni...accesi da un calciomercato di fine estate.

Metti un arcobaleno sulla strada


Quando si vede quella serie di colori divagare nel cielo con la caratteristica curva, è inevitabile correre al mondo delle favole. Quel senso di allegria trasmesso dall'arcobaleno è diventato l'elemento trainante della prima Biennale di Belleville, quartiere parigino reso famoso dai romanzi di Daniel Pennac che si terrà dal 10 settembre al 23 ottobre. Sabine Lang e Daniel Baumann hanno infatti trasformato in un lungo arcobaleno una delle strade del quartiere: senza dubbio non sarà un allestimento eterno perchè creerebbe non pochi probolemi di circolazione e di segnaletica, ma senza dubbio, darebbe grande allegria a chi si trovasse a passeggiare per quella strada. Come fare una passeggiata tra le nuvole dopo un temporale...

domenica 29 agosto 2010

Il pagellone del Brescia

PARMA-BRESCIA: 2-0


SERENI: 6,5. Non può fare niente perchè con due «compari» come Dallamano e Zoboli è come difendere a distanza una Ferrari lasciata nel parcheggio con le chiavi dentro. Per il resto para quello che può...se il Brescia resta vicino al rientrare in partita il merito è soprattutto suo.

ZAMBELLI: 5,5. Non impeccabile sul gol del Parma, per il resto almeno fornisce l’impressione di sapere in che categoria gioca. Se poi Kone ha un concetto di raddoppio piuttosto labile la colpa non è certamente sua ma di chi, semmai, non riesce a porvi rimedio.

MARTINEZ: 5,5 La mano fasciata non è un’alibi, «buca» sul 2 a 0, poi cerca di chiudere dove può quando può.

ZOBOLI: 5. Sul gol invece che provare a chiudere chiama un fuorigioco che non c’è. Per il resto prova anche ad impostare facendo capire perchè nel Torino non giocava quasi mai. Si spinge anche in avanti ma la sua sforbiciata vale solo tre replay su Sky

DALLAMANO: 5. Giovinco non gli passa sopra perchè per lui è troppo alto. Però gli va via a destra, sinistra e anche in mezzo alle gambe. Rischia di farsi arrestare per vagabondaggio, quando prova a lanciare con il suo mancino non lascia ricordi che meritino di essere ricordati.

KONE: 5. Se sei greco, giocavi nell’Iraklis ed eri svincolato...non è per una congiuntura astrale. Mosso da eccessivo fairplay...lascia Zambelli quasi sempre due contro uno. Generoso.

BUDEL: 5,5. Prova qualche apertura, per il resto Morrone ha altro passo e forza. Al suo posto CORDOVA (5) che si fa notare per un paio di punizioni dalla distanza tirate parecchio male.

VASS: 5,5. Apprezzabile il riordino alla pettinatura, meno i tentativi di coprire a sinistra e in mezzo al campo. Troppo poco per l’ungaro che cerca almeno di dare una mano a Dallamano.

DIAMANTI: 5. Cambiando canale la sua foto è passata anche a «Chi l’ha visto?». Forse sta ancora finendo il trasloco. Al suo posto EDER (5,5) che almeno prova a farsi vedere....

POSSANZINI: 5,5 Il capitano di tante battaglie fa il solito, si batte e si sbatte. Peccato che le proporzioni che governano la qualità, in serie A abbiano altre «conversioni» rispetto alla B.

CARACCIOLO: 5. In queste condizioni non è presentabile in serie A. Cerca il fraseggio e sbaglia, prova di forza ma gli altri ne hanno di più. Al suo posto entra in campo FECZESIN che potrà raccontare ai parenti in Ungheria di aver giocato in serie A.

IACHINI: 6. Lui lo sapeva e aveva chiesto tre giocatori. Se non li ha...non potendo giocare in 8...cerca il male minore. Peccato che Ligabue era emiliano e non bresciano...quindi mentre Iachini si accontenta...il Parma gode.

sabato 28 agosto 2010

Iachini chiede, il Brescia risponde?


Sull'intervista pubblicata sulla Gazzetta dello Sport di Oggi, Giuseppe Iachini fa il punto della situazione del suo Brescia. "Abbiamo fatto le finestre e i fiocchetti, ora serve la casa vera e propria". Traduzione: "Grazie Corioni per Diamanti ed Eder, magari me ne bastava anche solo uno, però adesso mi serve anche qualcosa d'altro perchè troppi giocatori sono inesperti o esordienti nella categoria".
Effettivamente, qualche riga dopo, Iachini aggiusta il tiro. "Siamo incompleti, mi serve un terzino sinistro, un difensore centrale ed un interno di centrocampo". Mi permetto di tradurre nuovamente. "Giocherà con il 4-3-1-2, quindi siccome Dallamano e Mareco o Zoboli non mi danno abbastanza garanzie, mi servono due elementi di categoria. E per finire, siccome Vass è un esordiente e Budel in serie A non ha mai fatto benissimo, mi servirebbe anche un interno di centrocampo di categoria".
Mi sembrano parole sacrosante che dovrebbero buttare acqua sul fuoco incendiato in una pizza in delirio per Diamanti ed Eder (31 presenze in due in serie A nelle loro carriere). Questo Brescia, a mio giudizio, non è per nulla attrezzato per una salvezza tranquilla: solo Cesena e Catania secondo me sono al livello dei biancazzurri, Lecce, Chievo, Cagliari e Bari hanno oggettivamente qualcosa in più. Anche se si chiama esperienza, è comunque un valore.

venerdì 27 agosto 2010

Peschiera e il festival dell'ingegneria da giardino


E' nato prima l'idrante o il palo? A Peschiera, il dibattito è aperto: un idrante posizionate nell'aiuola che separa il parcheggio a ridosso della ferrovia dalla strada di accesso al campo da calcio, spruzza acqua contro un palo che indica un divieto di sosta. Un'idea illuminante, probabilmente così nasceranno altri pali per posizionare altri divieti di sosta. Effetti collaterali inevitabili: l'acqua non annaffia, quella che rimbalza sul palo finisce sull'asfalto che, notoriamente, umido è meglio. Beata ingegneria applicata al giardinaggio....

giovedì 26 agosto 2010

Trofeo Lumezzane, campionato italiano regolarità: presente

Ritirata la licenza, è tutto pronto o quasi per la partecipazione domenica 5 settembre al Trofeo Lumezzane, prova valida per il campionato italiano di regolarità riservato a macchine storiche.
Insieme all'amico Giovanni Moceri, quinto classificato alla Mille Miglia 2009 e sfortunato protagonista dell'edizione 2010, proveremo a divertirci lungo i 300 chilometri di una corsa che dovrebbe vedere al via i migliori specialisti della regolarità.

Parteciperemo a bordo di un'Alfa 1.3 Gt Junior del '67 di Giovanni che ho avuto la possibilità di guidare alla Coppa Mazzotti del 2009 arrivando quattordicesimo assoluto e secondo di classe. Questa volta, per fortuna, guiderà lui che è sicuramente molto più preparato di me; io cercherò di non fare danni tra cronometri, road book e tabelle varie. Comunque vada sono sicuro che ci divertiremo....non sarà come partecipare alla Mille Miglia anche se in futuro non si sa mai...

mercoledì 25 agosto 2010

Ibrahimovic-Milan: la chiave è Pique?

Ibra al Milan? In mezzo ci sta...Pique. Di seguito vedrete una foto emblematica che ha già fatto il giro dei giornali e siti iberici. Pare che questa volta uno dei giocatori meno fedeli d'Europa (in 6 anni è passata da Ajax, Juventus, Inter e Barcellona) abbia giurato fedeltà al Barcellona e al suo amico Pique.

Che poi non si dica che tra i calciatori non esistono gli omosessuali: un dogma sbandierato dagli allenatori e portato a spasso dagli atleti di mezzo mondo: certo è che, per la legge dei grandi numeri, pare impossibile pensare che gli sportivi non possano essere, in alcuni casi, omosessuali. In fondo....chi può dimenticare l'apprensione di Tom verso il ginocchio di Holly o la devozione di Danny Mello per il suo capitano, il macho Marck Lenders?
Dopo la pubblicazione della foto, Ibrahimovic ha smentito una qualsiasi omosessualità, senza però spiegare (non che dovesse farlo, del resto essere gay non è certamente una colpa o una malattia) in che momento è stata scattata quella foto. Anzi...il campione svedese, avrebbe invitato il giornalista di Telecinco a presentarsi a casa sua con la sorella....E se alla signorina in questione lo svedesone non piacesse? Magari per competenza Ibra potrà chiedere notizie di una sorella di qualche inviato di Mediaset....