sabato 26 giugno 2010

Qui il bavaglio, a Mosca i coltelli


Mentre in Italia si pensa al bavaglio per cercare di limitare fuga di notizie e mezzi di informazione, in Russia è stato assassinato un giornalista di 26 anni, Dmitrij Okkert. Ho appreso la notizia dal blog del collega Andrea Riscassi, grande esperto del mondo dell'informazione russa. Mi limito ad annotare come, forse, qui non si stia così male: altrove si muore. E ogni commento è senza dubbio superfluo: se qui la categoria dovrebbe lottare per lavorare, a Mosca si lavora per lottare: invertendo l'ordine dei fattori, questa volta il risultato cambia. E molto. Secondo il portale freedomhouse.org che stila una classifica dei paesi più liberi in per quanto riguarda il settore del'informazione, l'Italia, (parzialmente libera secondo il portale) è al 72esimo posto (insieme all'India e al Benin) e dietro il Sudafrica e i Ghana. La Russia è al 172esimo posto: paese pericoloso.

Brescia e le strade del sesso: quasi sempre le stesse



Cinque anni fa, in un servizio su Bresciaoggi venne tracciata la mappa del sesso a Brescia: con una divisione "geografica" divisa per clienti e "lavoratori": cinque anni dopo, con quasi 3 anni di governo del centrodestra (con la Lega in primis) il tentativo di "trovare la differenza" si rivela un gioco di difficilissima applicazione.
E' cambiato pochissimo in via Milano, pochissimo in via XX settembre, praticamente nulla a Buffalora dove le prostitute ci sono anche di giorno, incuranti di tutto e tutti. Del resto,di cosa devono curarsi? Lì ci sono sempre state e, probabilmente, lì ci resteranno.
I cambiamenti, a dire il vero, riguardano Largo Torrelunga, un tempo "area" degli scambi di coppia e ora divenuto parcheggio giovane per gli adepti di piazza Arnaldo. Poi, il nulla: solo tanti appartamenti sequestrati (via dei Mille, via Milano) e tante persone denunciate (anche clienti). Il risultato? Se non stanno in casa, andranno da qualche altra parte. Probabilmente, nuovamente per strada. A questo punto mi pare evidente che il problema non sia il colore politico di chi gestisce la sicurezza o il decoro della città, quanto, semmai, le abitudini di una parte dei cittadini...

venerdì 25 giugno 2010

E chi ha detto che le donne non amano il calcio?


"Vuoi mettere quei 22 giovanotti in mutande che corrono dietro a un pallone con mio marito incollato davanti alla tv? A questo punto io mi accontento di un giovanotto solo, però in carne ed ossa". Deve essere stato questo il pensiero di alcune focose donne italiane nelle ultime settimane. Mentre il marito seguiva Quagliarella e De Rossi, loro si sono messe un po' di pepe (non quello della Juve e della nazionale)sulla quotidianità. E' quanto accaduto durante i mondiali di calcio in cui i motel della capitale sono risultati sovraffollati proprio durante i 90 minuti in cui l'Italia è scesa in campo.
L'associazione di idee è presto fatta: anche alle donne piace il calcio, riescono così a "saltare l'uomo". E senza l'Italia?

Italia, fallimento o triste o realtà?

L'Italia ha fatto ridere. Punto. L'Italia di Lippi, forte del credito maturato a incancellabile del mondiale 2006, si è fatta eliminare da Nuova Zelanda, Slovacchia e Paraguay.
Ma il problema penso vada oltre le scelte a difesa del gruppi di Lippi (confermati Gattuso, Cannavaro, Camoranesi, Iaquinta, Zambrotta, elementi che vengono da almeno 2 anni difficili passati più in infermeria che in campo): l'Italia vista in Sudafrica era figlia di un calcio sempre più mediocre; basti pensare che le prime cinque del campionato (Inter, Roma, Milan, Sampdoria e Palermo) hanno fornito a Lippi solamente sei giocatori (De Rossi, Gattuso, Pirlo, Zambrotta, Palombo e Pazzini) e che questi hanno racimolato solamente pochi minuti sudafricani.
La conseguenza è che Lippi ha ricorso al nucleo Juve (reduce dal più grande fallimento della sua storia) e a giocatori che nei loro club giocano per il sesto posto o per la finale di Coppa Italia. Troppo poco per sperare di far bene in un mondiale.
Ed è anche troppo comodo fare l'appello degli assenti: Giuseppe Rossi impiegato a intermittenza del Villareal? Borriello al posto di Pazzini o Quagliarella? Balotelli mai decisivo con Inter e Under 21? Cassano che ha visto da spettatore la rimonta Sampdoria prima di dare il suo contributo al rush finale? Non avrebbero cambiato nulla: la realtà è che oggi il calcio italiano vale il sesto posto in serie A e un'eliminazione bruciante al mondiale. Pertanto, non ridano gli assenti, non si abbattano i presenti: questa è l'Italia attuale.

giovedì 24 giugno 2010

Ciao Andrea

Se l'idea originale era quella di scirvere sul web di quello che accade e "viaggia" sulla strada, non posso non scrivere di Andrea Curami, morto stanotte stroncato da un infarto a soli 63 anni.
Curami (o Andrea), docente di tecnologia meccanica all'università di Milano, era uno dei più grandi intenditori di auto storiche del mondo. Fossero Alfa Romeo, Ferrari, Osca o Om, lui le riconosceva dal rumore e dall'odore di quelle lamiere.
Da tre anni era il selezionatore delle 375 vetture che partecipavano alla Mille Miglia: se l'auto è un'idea che viaggia, lui questa idea la conosceva come pochi altri. E la porterà sempre con sè: lasciando un vuoto, anche per strada. Ciao.

Micheal Jackson, domani il giorno del ricordo



Se fu vera gloria, lo stabilirà il ricordo che attraverserà le prossime generazioni. Per ora, ad un anno (domani) dalla morte, Micheal Jackson è ancora "vivo" nel ricordo di milioni di persone.
A una anno esatto dalla morte di Michael Jackson, il 25 giugno 2009, in circostanze mai chiarite fino in fondo, il cimitero di Glendale, vicino a Los Angeles, nel sud della California,si prepara ad essere invaso da migliaia di fan dell’ex re del pop, ma non è chiaro se il mausoleo che ne custodisce le spoglie sarà accessibile per la prima volta al pubblico. Centinaia e centinaia di fan sono attesi anche nei pressi di Neverland, il ranch del cantante nella California Centrale, dove però nulla di particolare è stato organizzato, almeno fino ad oggi. Secondo il tam tam dei siti di gossip americani, i tre figli di Jackson Prince, Paris a Blanket, non si troveranno però nei dintorni: saranno con la nonna Katherine Jackson a Gary, in Indiana, la città natale di Jacko.
Anche a New York, una città che ha sempre amato Michael, sono previste una serie di
commemorazioni. La più simbolica si svolgerà il 29 giugno al mitico Apollo Theater di Harlem, a Manhattan, dove Jacko fece i primi passi con i Jackson Five.

mercoledì 23 giugno 2010

Trenitalia vergogna

Treno regionale Milano-Verona: stazione di Brescia, ore 19.35. Stranamente il treno è puntuale: "Bene - dico tra me e me - : almeno non farò tardi". Del resto rimanere nella "bela fuori triste e sporca dentro" stazione di Brescia non è nei primi cento desideri di ogni persona normale.
Purtroppo, la fregatura è dietro l'angolo: salgo sul treno e vengo accolto da un odore nauseante di urina (si proprio urina) vedo gente sdraiata scalza sui sedili, resti di pasti firmati mcDonald per terra. Mi tappo il naso, cerco di non appoggiarmi ai sedili e penso che in fondo ho solo 20 minuti di viaggio. Niente da fare, provo a guardare fuori: impossibile, qualche writer di bassa lega ha pensato bene di impiastrare il vetro. Non che il paesaggio di Rezzato, Calcinato e Lonato fosse proprio da cartolina, ma almeno avrebbe ovviato alla tristezza del contorno. Non mi resta che l'iPhone: che può fare tutto, ma non cancellare gli odori.
Grazie Trenitalia, per tutto questo ho pagato anche 2,50 euro: mi ritengo fortunato di non essere uno dei tanti pendolari ormai assuefatti all'odore dei treni. E mi scuso per voi con le mie narici.

martedì 22 giugno 2010

Brescia calcio, giù la maschera


Brescia Calcio, giù le carte sulla questione di stadio. Penso che la città, l’amministrazione, il pubblico, abbiano il dovere di mettere a disposizione gli impianti necessari alla disputa dell’attività sportiva che dia lustro alla città. Non entro nel merito di cosa dia e non dia lustro: ma mi permetto di dire che da cittadino penso che il Rigamonti sia brutto, vecchio, ma comunque «agibile» e pertanto idoneo a quel che serve al Brescia. Che al Brescia piaccia o meno.
Certamente, farebbe gola a tutte le società un impianto sportivo gratuito e magari da gestire (averlo di proprietà mi sembrerebbe francamente eccessivo): a questo punto, caro Brescia Calcio, se uno i soldi li ha si compra un’area e si fa uno stadio più bello, nuovo, funzionale e magari con i giocatori bravi da farci giocare dentro. In caso contrario, utilizzi quello che la collettività mette a disposizione visto che grazie a Dio in Italia i contributi del Coni a fine anni ’80 hanno permesso la nascita di impianti sportivi a ripetizione: sistemato con i soldi dei cittadini, e non solo con quelli del Brescia Calcio, il vecchio Rigamonti può vivere la seconda giovinezza. Se non piace, liberi di farsi il proprio giardino: con le proprie risorse.
Ultima annotazione: come mai la presenza dei politici bresciani è direttamente proporzionale all’importanza della partita e al numero previsto di spettatori allo stadio?

lunedì 21 giugno 2010

Metropolitana di Brescia....un'opera da Snai


A questo punto anche io mi sento di dire la mia: sulla metropolitana di Brescia si è detto tutto e il contrario di tutto. Tra chi sostiene sia un'opera inutile e chi sostiene sia un patrimonio cittadino, io sostengo sia un'opera-scommessa che tra dieci anni presenterà il conto. Dieci anni, il tempo necessario per finirla e per fare una valutazione pluriennale sul suo utilizzo.
Provo a spiegarmi meglio: il metrobus può essere una soluzione solo se i bresciani lo useranno in massa. In caso contrario, resterà un patrimonio solo per gli amanti delle opere pubbliche intese come opere da museo. Più o meno, come il PalaGeorge di Montichiari, impianto bellissimo (pochi palazzetti del genere in tutta la Lombardia) ma usato al massimo delle sue possibilità solo pochissime volte all'anno.
Cosa si dirà se la metropolitana di Brescia sarà vuota e le strade saranno congestionate? Si dirà che l'amministrazione che 20 anni prima è stata chiamata (o si è chiamata) a decidere ha commesso un errore clamoroso o si dirà che i bresciani non hanno recepito il regalo dal pubblico? Come sempre la risposta sarà tanto più diversa quanto sarà colorata dal centrodestra o dal centrosinistra.

Primo post con BlogWriter

Dopo dieci giorni di sperimentazione al pc...oggi inizio con il mobile. Primo passo...blogwriter su iPhone. Semplice e immediato anche se la tastiera e lo schermo del pc sono un'altra cosa.

domenica 20 giugno 2010

Salviamo il soldato Gila


I numeri, suoi, gli danno torto. Due partite 0 gol. Quelli della nazionale, lo riabilitano: due partite, due gol (uno su rigore). Dopo 180 minuti di Mondiale Gilardino è già sotto accusa: "non la prende", "non segna mai".
Penso che il problema, più che Gilardino, sia la struttura di gioco della nazionale: una squadra "pensata" per mandare al tiro i centrocampisti (Montolivo 3 volte, Camoranesi 2, De Rossi 2) e non per portare i centravanti in zona gol.
Marcello Lippi lo sa: infatti ha cambiato 3 centravanti in 90 minuti (Gilardino, Iaquinta, Pazzini) senza ricavare uno straccio di conclusione a rete. Forse Pirlo potrà fare qualcosa, portando un bricolo di fantasia e fosforo in una squadra che stenta ad accendere la luce, schiava degli inserimenti su corner di De Rossi e Chiellini e delle bordate dalla distanza di Montolivo. Per questo, il soldato Gila deve restare al suo posto: aspettando che un pallone piova dal cielo. Come fosse manna....

La Chiesa, il chiacchiericcio, Sepe, la sete


E ora sotto con il cardinal Sepe: accusato di corruzione per aver gestito "allegramente" alcuni beni della Propaganda Fide. Lui, dopo la messa celebrata in un piccolo comune di Napoli ha dichiarato ai microfoni "sono tranquillo, la verità verrà sempre fuori". Salvo poi salire frettolosamente in auto, modus operandi solitamente adottato da tutti coloro che vogliono mettere aria tra la bocca e il microfono dei giornalisti.

Tutto questo arriva in un momento sempre più difficile per la chiesa: dopo quello che Papa aveva definito a Pasqua come "chiacchiericcio" (le vicende di pedofilia che, in Germania e Inghilterra, avevano coinvolto numerosi membri del clero), ora questa vicenda che coinvolge il cardinal Sepe. Come "quasi sempre" la verità verrà a galla: sarà interessante capire quanto scalpore farà la piega che prenderanno gli eventi.

Anche questo episodio, come la condanna don Marco Baresi a Brescia (7 anni e 6 mesi) per abusi sessuali e diffusione di materiale pedopornografico, mette sempre più l'accento verso una chiesa che con alcuni membri tende a smarcarsi dal disegno che l'ha generata. E che, inevitabilmente, dovrà prendere una direzione: conservatrice o rivoluzionaria che sia.