sabato 19 giugno 2010

Digitale terrestre, il Fatto di Berlusconi?

Ho lasciato passare qualche giorno prima di dedicarmi ad un servizio sul digitale terrestre del sempre «puro» e sempre «puntuale» Fatto Quotidiano.
Il 16 giugno, un servizio dell’edizione cartacea del giornale, titolava «Da governo di B. oltre 220 milioni di incentivi per i decoder digitali terrestri. Li vendeva Paolo Berlusconi». Ora, cercando di andare oltre il titolo e sviscerare il servizio, l’autrice sosteneva che Silvio Berlusconi avrebbe favorito una società controllata al 51% dal fratello Paolo per la produzione di decoder digitali terrestre. L’azienda in questione, la Solari.com srl sembrerebbe l’unica in Italia ad aver goduto del contributo statale di 220 milioni di euro. Per il Fatto, Lg, Philips, TeleSystema, Phonola, Thomson, Auriga e Sagem (solo per citarne alcune) non esisterebbero e, soprattutto, non produrrebbero decoder digitali terrestri. Etichette fantasma sugli scaffali? Oppure contributi arrivati nelle casse di società estranee alla galassia Berlusconi?
Ultima puntualizzazione: la Solari.com, la «controllata» da Berlusconi, avrebbe avuto «ricavi» per la vendita dei decoder pari allo 0,5% del suo fatturato. Una percentuale del tutto insignificante anche a fronte del fatto che basta andare sull'elementare wikipedia per vedere che la società è in liquidazione......

Mentana direttore del tg di La7? Speriamo


Per l'informazione e la televisione di qualità sarebbe un grande colpo: per coloro che hanno letto la Passionaccia sperando di leggerne un seguito, una speranza fondata. Pare imminente l'annuncio che Enrico Mentana, dipartito da Mediaset (e soprattutto da Matrix) stia per diventare il nuovo direttore del tg di La7, terzo polo televisivo italiano e sempre più competitiva sul fronte della produzione televisiva informativa.
Accanto a Mentana resterebbero in forza alla rete televisiva anche Ilaria D’Amico, Lilli Gruber, Daria Bignardi, Luca Telese mentre l'attuale direttore Antonello Piroso dovrebbe occuparsi dei contenuti speciali con evidentemente qualche progetto sul digitale terrestre. Se son rose fioriranno...

venerdì 18 giugno 2010

Brescia, quante intercettazioni!


Leggo sul numero odierno del quotidiano locale Bresciaoggi, in un servizio a firma di Adriano Nitto, che la Procura di Brescia ha fatto controllare 447 utenze telefoniche nel 2009 (dicasi pure intercettazioni). Scopro invece sul Post che in Italia le utenze intercettate sarebbero poco più di 132 mila. A questo punto mi viene in soccorso la matematica: se in Italia, secondo Wikipedia, siamo in 60 milioni, significa che la percentuale nazionale delle persone intercettate è dello 0,25%. A Brescia invece, facendo lo stesso calcolo, la percentuale è pari allo 0,41%: parecchio di più della media nazionale. Praticamente in comuni come Desenzano (26 mila abitanti circa) ci sono 100 persone intercettate, a Salò (10 mila abitanti, più o meno) gli intercettati sarebbero 40: che ci siano più telefoni, più mascalzoni o inquirenti più dediti al proprio lavoro a Brescia e provincia rispetto al resto d'Italia?

giovedì 17 giugno 2010

Radio Vuvuzela...non ci posso (voglio) credere


Me l'ha detto un collega, e questo devo dirlo a onor del vero. Ma che qualcuno si prendesse la briga di mandare in onda, online, per 24 ore consecutive il suono (rumore?) di una Vuvuzela mi sembra davvero un'azione figlia dei primi caldi. Per questo mi sono trovato mio malgrado su Radio Vuvuzela con in sottofondo il brusio senza limite.

Ora, mi domando, se danno fastidio mentre si guarda una partita, come possono non darne senza una valida alternativa? Comunque per dovere di cronaca ne fornisco notizia....sperando che, almeno vicino a me, le vuvuzelas non arrivino mai.

Islanda fa rima con paradiso del giornalismo?

In Islanda la voce non si alza perchè si potrebbe parlare: non si ha paura di sporcarsi, per questo il bavaglio non c'è. Più concretamente, mentre in Italia si proibisce la pubblicazione di atti giudiziari e in Usa si secreta qualsiasi documento, nella piccola Islanda famosa per i ghiacci e i gaiser (se si scrive così) spunta il piano Icelandic Modern Media Initiative (IMMI) per adottare una serie di misure protettive della libertà di stampa e di informazione. Il piano legislativo prevede anche una serie di incentivi per attirare le attività legate al giornalismo investigativo e fare diventare l’Islanda una sorta di “paradiso legale” per l’informazione. Per ora è stato approvato da 19 parlamentari, si basa sul meglio delle normative presenti nei vari paesi per la libertà di stampa integrate con qualche accorgimento legato ai tempi moderni.
Chissà che presto qualche puro dell'informazione desideroso di dire quello che non ha mai potuto non emigri nella terra dei ghiacci...dove quel che scotta si può dire.
Un approfondimento sulla questione lo si torva sul Post

Ylenia Carrisi, una missing in Mississipi


Mi è capitato ieri sera di vedere Top Secret condotta da Claudio Brachino:tema della serata la scomparsa di Ylenia Carrisi a New Orleans. Ero bambino quando, il 6 gennaio 1994, accadde, ricordo le riviste, i tg, lo sconcerto. In America queste persone si chiamano "missing"; in Italia scomparsi. Ascoltando il servizio e il dibattito (cui i genitori non hanno voluto partecipare) mi sono fatto l'idea che Ylenia sia rimasta travolta da una voglia di fuga che l'ha portata nel tempo ad essere in Guatemala, in India, in Usa. E che in quella stanza del suo ultimo domicilio ha lasciato il passaporto: unico documento vero che la legava al suo nome e cognome, più, evidentemente, del cuore e della testa. Non credo a corpi spariti o ad acque maligne come quelle del Mississipi, dove si ritiene sia stata inghiottita: credo più alla volontà di scomparire e di rifarsi una vita e un nome nuovo di zecca. Giusto o sbagliato che sia, una scelta comunque rispettabile fatta da una ragazza di 23 anni: giovane, forse viziata, indubbiamente ricca e sicuramente debole. Ma senza dubbio con la facoltà di decidere, almeno per sè. E mi chiedo quanti missing ci siano, ogni giorno, in Italia.

mercoledì 16 giugno 2010

Il Brescia, la festa, e i bresciani semprepresenti

Tre giorni dopo ci sono ancora bandiere, operai che sistemano la fontana di piazza Repubblica, pagine che raccontano di un Brescia che verrà. Nomi altisonanti (Recoba, Riquelme), figure che rimandano al Brescia bello e impossibile di Baggio, Guardiola, Matuzalem, Toni, Bonera e Appiah: una squadra che non tornerà, come non se ne andranno mai i tifosi che con la squadra e per la squadra hanno trasformato Brescia in una città viva di notte. Senza notti bianche, rosa e feste studiate ad hoc, specchietto per allodole sempre chiuse in casa. Brescia c'è. E per dirla alla Meda, Brescia c'A

Vuvuzelas: Dio, o un imprenditore, ce ne liberi...


Guardando i mondiali mi sembra di avere una zanzara in salotto: invece non serve il fornellino, semmai l'anti vuvuzelas, quell'odiosa trombetta che fa un casino terrificante per 90 minuti.
Qualcuno aveva proposto il diviteto ad intridurle negli stadi perchè "disturbanti": invece niente da fare, anzi, si apprende che il fenomeno dal Sudafrica è destinato ad espandersi anche in Europa e non potrebbe essere altrimenti visto che il comitato organizzatore della manifestazione sudafricana ha regalato 250 vuvuzelas a vip e politici che le stanno usando durante le partite. Altri dati del fenomeno: pare che in Europa la Masicendane Sport ne abbia già vendute 1,5 milioni per la prossima stagione e che l'Italia non ne sia esente. Unica consolazione: pare che l'azienda olandese ne abbia in serbo un modello meno fastidioso (si parla di 20 decibel in meno): in prospettiva, che qualcuno inventi delle cuffie antivuvuzelas. E sarebbero soldi a palate...

martedì 15 giugno 2010

Questa Italia sa farsi voler bene


Visti e rivisti, questi giovani vecchi che fanno l'Italia di Lippi mi sono piaciuti: o almeno si sono fatti voler bene, che in questi tempi, quando si parla di calcio, non è cosa da poco.
Da Pepe a Montolivo, da Criscito a Chiellini fino a Marchisio e Marchetti, i volti nuovi hanno acceso il turbo: corsa a perdifiato, agonismo, cattiveria nel recuperare il pallone, forse un po' di frenesia nel volerlo giocare negli ultimi 25 metri. Ma nel complesso la nazionale mi è sembrata una squadra viva, decisamente meglio con il 4-4-2 con con il 4-2-3-1 penalizzato da un Marchisio spesso fuoriruolo e a ridosso degli esterni (Pepe o Iaquinta, fa poca differenza). Ora non ci resta che attendere la Nuova Zelanda e mettere in cassaforte tre punti che darebbero valore a questo spareggio, sperando che Slovacchia e Paraguay si facciano male da sole. Ma in fondo, questa Italia se la può giocare: e attenzione che il Paraguay, sempre in 8 dietro la linea della palla, non è esattamente una squadra da terzo mondo calcistico. Quindi azzurri...buona la prima.

Glamoo e lo shopping...rosa

Niente più rivalità e competizione. Nell’era di internet la Donna si coalizza in quella che viene definita l’arte di fare gli acquisti e diviene sempre più eccellente consumatrice Digitale.
Unite, determinate e sempre più all’avanguardia, le donne di città rivoluzionano il loro modo di pensare lo shopping e si cimentano sempre più negli acquisti collettivi sul web. Non è importante essere l’unica ma avere offerte esclusive e vantaggiose.
Quello dei Gruppi di acquisto relativi a servizi locali è uno dei maggiori fenomeni in evoluzione sui canali digitali che acquisterà ancor più rilevanza con la crescita della geolocalizzazione tramite canali mobile.
Glamoo, neonato club italiano di acquisti esclusivi di prodotti e servizi, sia locali sia globali, che si distingue fra tutti per lo spiccato carattere di esclusività, glamour e ricercatezza e già attivo da tempo nel Regno Unito, presenta a tre mesi dalla sua nascita in Italia i dati della ricerca del proprio Centro Studi che ha analizzato gli acquirenti dei gruppi di acquisto, rivelando una realtà tutta al femminile.
Lo studio, condotto tramite metodologia quantitativa e sulla base di un campione di 5.000 acquirenti fra Regno Unito e Italia, evidenzia come gli acquirenti dei Gruppi di Acquisto siano per la maggior parte rappresentanti del gentil sesso.
Sono circa il 72% delle donne che vivono la city (contro il 18% degli uomini) - di cui oltre la metà (51,3 %)è in un’età compresa tra i 25 e i 35 anni e più di un terzo (33,8%) ha oltre 35 anni - ad essere le principali consumatrici dello shopping collettivo digitale.
Sono donne dinamiche in cerca di esperienze uniche, ricercate, portatrici di emozione (30%). Sono libere professioniste, impiegate, esercenti, che acquistano regolarmente servizi sul territorio. La stragrande maggioranza del campione (79,1%) acquista su internet grazie all’efficace influenza dei consigli altrui, dagli amici mediante il passaparola, agli sconosciuti mediante blog e social network.

lunedì 14 giugno 2010

Stasera il menù....mondiali 2010


Stasera si riparte: tutti italiani, in barba alla Padania e al mondiale dei Popoli, tutti attorno allo stesso televisore per tifare FORZAZZURRI.
Il nostro stadio sarà il salotto dell'ORGANIZZATORE, la formazione è nuova di zecca dopo l'esperienza 2006 in piazza Arnaldo a Brescia e il 2002 barricato in casa in religiosa e vana speranza nell'Italtrap. Stasera ci sarà IL FABRY in cabina di regia, RIZZO a dare tranquillità al gruppo, IO E TETO a fluidificare la baltica e GARGIO a tenere alti i cori e i cuori. Oltre a noi...LAURA E ALICE...che non vogliono lasciare da solo L'ORGANIZZATORE FABRI detto anche L'ORGANISADUR.
E a tavola? Riso freddo, salumi, formaggio, pane e il dolce. Il tutto bagnato dalla baltica...E FORZAZZURRIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

domenica 13 giugno 2010

Il Brescia è in serie A


Il Brescia torna in serie A. E non serve aggiungere altro, perchè l'incubo della B è finito. Grazie Zambe, grazie ragAzzi. Grazie di tutto.

E la grande attesa per Brescia-Torino


Lo ammetto. Sono teso. E non mi capitava da anni: tornare in serie A vuol dire tornare tra i grandi, come per chi fa un esame di riparazione tornare a settembre ancora nella vecchia classe, come se l'estate di purgatorio non ci fosse mai stata. E come d'incanto ecco che i 5 anni in serie B potrebbero svanire, che Albinoleffe, Livorno, Zeman e super Mario Somma, potrebbero non esserci mai stati: per prepararmi alla sfida ho aperto l'armadio dei ricordi e spedito sms a quei protagonisti che in serie A mi hanno fatto sognare. Qualcuno ha risposto, altri no: del resto l'amicizia è merce rara e non sempre si riceve per quanto si offre. Dall'armadio ho preso due maglie: cui sono legato per motivi diversi. Qulla numero 10 di Roby Baggio, simbolo di un'epoca e di una avanguardia calcistica bresciana, e quella numero 11 di Del Nero, simbolo di una potenzialità mai espressa. Entrambe, in fondo, rappresentano il sogno e il limite di questo Brescia. Deciderò quale mettere poco prima della partita: poi, la palla al campo e ai suoi abitanti. Sperando che il brescia vAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA per ritornare in AAAAAAAAAAAAAAA