sabato 21 agosto 2010

Figli di una shamandura


"La shamandura è molto di più: è una filosofia di vita che nasce da un mix di acqua, azoto e birra. Forse una scusa per fuggire dal mondo reale, forse un amore per il mare e le sue creature al di là di ogni futuro preconfezionato, o forse solo malati della "sindrome di Peter Pan". Tra barche, coralli e bar, i personaggi di Figli di una shamandura vivono e lavorano dimenticando la loro età anagrafica, sullo sfondo di un Egitto surreale e inedito, popolato da turisti che lo sono ancora di più, e di un mare splendido. Un libro dedicato a quelli che "se ne sono andati" con una sacca da sub in spalla, per esplorare la propria vera vita in un posto dove splende sempre il sole, tra gaffe, situazioni assurde, rischi del mestiere, cinismo e incongruenze, ma con addosso l'innocenza di chi guarda il mondo con occhi che hanno già scartato il conosciuto, la sicurezza e il banale. Il mare e la vita brada come stile irrinunciabile per migliaia d'istruttori e guide subacquee, lungo percorsi spesso funambolici, a volte struggenti, più spesso paradossali, itinerari umani descritti brillantemente in pagine che si fanno leggere in un fiato."
Uno dei libri più belli che ho letto, uno di quei libri che, per vari motivi, sento appartenermi. Leggendo sembra di muovermi dentro quei bar, su quelle spiagge, su quelle barche. Che forse, sento un po' mie. Senza sapere per quale motivo..o forse lo so...e questo è un problema.

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