mercoledì 1 settembre 2010

I ricordi della Bosnia in un cimitero online

1992-1995: tre anni di guerra, conflitti, bombardamenti che hanno colpito Sarajevo, Srebrenica e tutto quanto di "sensibile", quindi "umano" vivesse sul territorio bosniaco. Una guerra che si portò via 100 mila persone, morte, e altre 30 mila, attualmente disperse, in realtà decedute ma non ancora ritrovate e identificare.

Per non dimenticare, e per offrire un ricordo cui aggrappare una speranza, Ziyah Gafic, uno dei guru della fotografia internazionale, nei prossimi giorni metterà online il sito internet quest.ba, un grande cimitero online cui abbinare i nomi delle persone identificate nelle fosse comuni agli oggetti personali ritrovati. Si tratta, in verità, dell'ultimo passaggio di un lavoro ben più grande che sta tentando, dal 2001, di dare un nome e un cognome ai tanti resti umani ritrovati nel sottosuolo bosniaco, disseminati in fosse comuni, riemersi durante gli scavi per la costruzione di case o riaffiorati durante l'installazione di un traliccio per la linea telefonica.
La procedura, in verità, è piuttosto semplice anche se molto laboriosa, lunga e dolorosa per le famiglie bosniache: l'International Commission of Missing Person (Icmp), istituito nel 1996 per volere dell'Aja, ha raccolto il dna di migliaia di persone (69772 bosniaci) che hanno parenti dispersi in guerra. Quel dna, in laboratorio, viene catalogato con un codice a barre per garantire l'anonimato: quella stessa sequenza viene confrontata con quella "consegnata" dai resti ossei recuperati durante quasi tipo di scavo. Ove ci sia una compatibilità superiore al 99%, al resto umano viene immediatamente associato un nome e un cognome. In questo modo, in quasi 10 anni di lavoro, l'Icmp ha identificato quasi 5 mila dispersi consegnanfo alle famiglie un ricordo.
I resti "catalogati" in terra bosniaca
Per questo motivo, da due anni, Gafic gira senza sosta per la Bosnia a fotografare qualsiasi oggetto appartenuto a una persona morta: si tratta di medagliette, pettini, documenti, anche abbigliamento. Fotografie che, grazie al lavoro dell'Imcp, verranno abbinate ad un nome e ad un cognome per creare online un cimitero virtuale che nelle intenzioni di Gafic vuole essere un "monumento di immagini". Anche questo è un modo, al passo con i tempi, per non dimenticare.
I ritrovamenti in una fossa comune di Srebrenica

Nessun commento:

Posta un commento